La Nuova Sardegna

Nuoro

la vertenza ottana

Bonifiche e progetti alternativi alla chimica

di Federico Sedda

Il percorso indicato dalla Cisl che chiede una svolta per la rinascita dell’area industriale

22 maggio 2017
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OTTANA. «Per dare un futuro produttivo a Ottana occorre abbandonare progetti non credibili, smettendo di inseguire un imprenditore (Paolo Clivati, ndc) che purtroppo è già lontano da Ottana, e occorre poi riacquistare l’unitarietà d’azione costituendo un tavolo di confronto unitario e dinamico che non faccia perdere altro tempo e non illuda i lavoratori». Questo, in sintesi, il percorso indicato dalla Cisl nuorese che, in una nota del segretario generale, Michele Fele e della segretaria della Femca-Cisl, Katy Contini, chiede una svolta sulle prospettive di rinascita dell’area industriale di Ottana «per uscire dallo stallo drammatico e per dare spazio anche ad altre realtà imprenditoriali, se quelle presenti non sono più in grado di produrre progetti seri».

La Cisl confederale e di categoria non ci sta a continuare a inseguire progetti, quali quelli del rilancio della filiera chimica attraverso la proposta di acquisire gli impianti Eni-Versalis di Sarroch per dare a Ottana la materia prima, e punta, invece, su uno sviluppo diversificato in grado di garantire «una rinascita positiva e lavorativa del territorio». Una posizione, quella del sindacato nuorese, nota da tempo e che viene ora ribadita alla luce della situazione preoccupante in cui si trova la piccola centrale BioPower, l’unica realtà produttiva rimasta a Ottana, messa in pericolo dalle dismissioni annunciate dalla municipalizzata di Bolzano e Merano, proprietaria all’80 per cento dell’azienda. Una quota del 10 per cento è, invece, detenuta da Ottana Energia di Paolo Clivati, che, dallo scorso anno, non è più amministratore delegato della società. L’analisi della Cisl parte proprio da questo fatto per mettere in dubbio la fattibilità del progetto di rilancio della chimica di base sostenuto, invece, dalla Cgil. «Quando Clivati si dimise da Ad di BioPower – si sottolinea nel comunicato – esprimemmo preoccupazioni che furono presto offuscate da blande rassicurazioni da parte del management aziendale che trovarono l'appoggio di una parte del sindacato, allungando così i tempi per intervenire sulla vertenza. Il tempo – prosegue la Cisl – è ormai scaduto e bisogna, quindi, rivolgere la nostra attenzione ad altro e con altri soggetti. Per questo non ci spaventa la messa sul mercato delle azioni di BioPower». Il sindacato difende l’operato della Regione su Ottana. «È quanto meno improprio – fa sapere – dare tutte le responsabilità alla Regione che non si può sostituire all’imprenditore e all’impresa». Inutile anche continuare a chiedere il tavolo ministeriale per Ottana Energia e Ottana Polimeri. «Le istituzioni locali, e noi con loro – sottolinea la Cisl – chiedono l’inserimento di Ottana nei Sin, i siti territoriali per le bonifiche». La parola d’ordine, insomma, è disinquinare il territorio e poi ripartire.

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