La Nuova Sardegna

Nuoro

omicidio colposo

Operaio morto in azienda, chieste 2 assoluzioni

NUORO. Giunge alla battute finali il processo per l’incidente sul lavoro in cui perse la vita Ottavio Rana, l’operaio della ditta Pittagi srl, che produceva buste, scatole e imballaggi nella zona...

16 maggio 2017
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NUORO. Giunge alla battute finali il processo per l’incidente sul lavoro in cui perse la vita Ottavio Rana, l’operaio della ditta Pittagi srl, che produceva buste, scatole e imballaggi nella zona industriale di Pratosardo.Ieri mattina il pubblico ministero Francesca Pala, dopo circa un’ora di requisitoria, trascorsa a ripercorrere le udienze del processo, ha chiesto l’assoluzione per i due imputati «per mancanza di verità documentale». Il direttore generale dello stabilimento Pittagi, Giovanni Pilatu, e un dipendente, Francesco Angioi, sono accusati di omicidio colposo e difesi dagli avvocati Basilio Brodu, Giuseppe Malandrino e Gianfranco Sini. Rana, 47 anni, originario di Orgosolo ma da tempo residente a Mamoiada, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti era caduto all'interno del capannone della Pittagi, mentre stava sistemando alcuni rotoloni di carta. Per infilarli in uno scomparto del magazzino Rana era salito sulla pedana del carrello elevatore. Poi si era sbilanciato ed era caduto a terra.

L’operaio aveva fatto un volo di circa due metri e mezzo e aveva sbattuto la testa al pavimento in modo così violento da fargli perdere subito i sensi. Era morto dopo il ricovero in ospedale.

Contrario alla richiesta di assoluzione la parte civile, rappresentata dall’avvocato Angelo Magliocchetti che, non negando il coinvolgimento emotivo in un processo così doloroso che ha visto come protagonisti oltre alla giovane moglie di Rana, i suoi due bambini, ha chiesto la condanna dei due imputati perchè responsabili della morte dell’operaio. Quindi hanno preso la parola gli avvocati della difesa: Malandrino e Brodu per il direttore generale della Pittagi e Sini per Angioi.

«Stiamo parlando – ha detto Brodu – di una ditta dove si pratica sicurezza. L’azienda era dotata del documento di valutazione del rischio che rappresenta uno degli elementi fondamentali nella tutela della sicurezza del lavoro. Siamo davanti a un’azienda strutturata e organizzata sotto tutti i punti di vista».

La difesa ha chiesto l’assoluzione per gli imputati perché il fatto non sussiste.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 29 maggio per eventuali repliche e la sentenza.

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