La Nuova Sardegna

Nuoro

Il punteruolo rosso torna e riprende a divorare le palme

Il punteruolo rosso torna e riprende a divorare le palme

Macomer, già diverse piante della zona sono state colpite A rischio in particolare il palmeto alla fine di via Sicilia

16 maggio 2017
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MACOMER. Forse perché non è attivo quanto le temperature sono inferiori a 16-17 gradi, e a Macomer per quasi sei mesi all’anno restano decisamente al di sotto, si pensava che il punteruolo rosso delle palme non sarebbe arrivato, invece si notano già diverse piante colpite, qualcuna anche morta, e non se si interverrà in tempo sarà una strage.

Le prime avvisaglie dell’arrivo del punteruolo rosso c’erano state l’anno scorso quando qualche palma iniziò a presentare i segni dell’infestazione. In via Satta, ma anche nella zona industriale di Tossilo nel cortile dell’ex calzificio Queen, erano visibili piante che presentavano un anomalo portamento della chioma, completamente divaricata con l’aspetto di un ombrello aperto. Arrivando a Macomer dalla direzione di Nuoro se ne notano un paio ormai spacciate.

Il rischio altissimo è che queste infestino il palmeto che dopo anni di crescita lenta ha migliorato l’aspetto zona tra la fine di via Sicilia e l’innesto della ss. 129 con la ex Carlo Felice. Se dovesse accadere sarebbe una strage con costi enormi. Le palme morte infestate dalle larve del punteruolo rosso, infatti, anche per evitare di spargere larve e uova dell’insetto con il trasporto, vanno tagliate e smaltite diversamente da come si fa con le ramaglie della potatura e col taglio dell’erba.

Macomer non è il primo comune della zona dove si è notata dove si è notata la presenza dell’insetto che distrugge le palme. Il problema, in modo ancora isolato come a Macomer e quindi aggredibile con i trattamenti fitosanitari, è presente in diversi paesi del circondario. A Dualchi è seccata anche la palma che cresceva a fianco al comune e lo scorso anno è stato necessario reciderla e smaltirla. Tagliare e trasportare una palma infetta e smaltirla correttamente ha un costo. Se a Macomer l’infestazione dovesse diffondersi all’intero palmeto situato all’ingresso dell’abitato dalla direzione sud, i costi sarebbero consistenti.

Per non parlare delle conseguenze dal punto di vista paesaggistico. Già così com’è l’ingresso di Macomer non è il massimo. Se dovessero sparite le palme o se l’infestazione dovesse colpire tutte le piante, le quali prima di seccare assumerebbero un aspetto cadente, per chi arriva dalla direzione di Nuoro o Cagliari la sensazione sarebbe quella di essere finito sul set di un film dell’orrore.

Come è spiegato su Sardegna Ambiente, il sito del sistema ambientale Sardegna della Regione, «sono stati molteplici gli sforzi profusi per cercare di arginare l’espansione dell’epidemia mediante l’abbattimento e triturazione delle palme infestate, la cattura di punteruoli con trappole a feromoni, il trattamento delle piante con insetticida in endo ed esoterapia», ma non si è riusciti ad arginare l’infestazione, che ora ha raggiunto Macomer, dove teoricamente le temperature avrebbero dovuto impedire la proliferazione dell’insetto. Le disposizioni regionali prevedono che gli interventi curativi siano possibili quando ci si trova ai primi stadi sintomatici, mentre si deve ricorrere all’abbattimento e distruzione quando la pianta è irrimediabilmente compromessa. (t.g.t.)

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