La Nuova Sardegna

Nuoro

Omicidi, rapine, droga e armi rete criminale con una sola regia

di Giusy Ferreli
Omicidi, rapine, droga e armi rete criminale con una sola regia

L’inchiesta della Dda di Cagliari rivela i retroscena di alcuni delitti tra il 2000 e il 2006 La ricostruzione del tentato omicidio a Tertenia di Luigi Lobina e della moglie Francesca Longobucco

07 maggio 2017
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LANUSEI. Storie intrecciate di vite spezzate, di brutali omicidi andati a vuoto e di assalti spregiudicati al cuore dello Stato. Non manca nulla nella ricostruzione che gli investigatori, tassello dopo tassello, hanno realizzato per inchiodare quella che viene considerata dalla Dda di Cagliari una pericolosa associazione criminale che ha imperversato in Ogliastra dal 2000 al 2006. Non mancano neanche sanguinosi regolamenti di conti, traffici di armi, da usare all’occorrenza o da rivendere nel florido mercato clandestino, estorsioni e traffico di droga. Non c’è un comune denominatore nel disegno criminoso ma motivazioni diverse che fanno capo ad una regia comune. Come il caso che ha indotto gli investigatori a ritenere Armando Mameli e Cesare Balzano responsabili del tentato omicidio di Luigi Lobina e della moglie Francesca Longobucco.

Un episodio dettato non da regolamenti di conti ma da meri interessi economici. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che hanno notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari a dieci ogliastrini, il terteniese Luigi Lobina era considerato dal compaesano Armando Mameli, un concorrente di cui sbarazzarsi. Sia il presunto killer (accusato di duplice tentato omicidio premeditato) che la vittima abitavano nella marina di Tertenia e avevano interessi contrastanti su alcuni terreni nella costa. Ed è per questo che la mattina del 6 febbraio 2006, a Sarrala, in località Abba Urci, il fuoristrada al bordo del quale viaggiava Luigi Lobina, che come ogni mattina accompagnava la moglie nel posto di lavoro, venne preso di mira da un commando. Due le fucilate caricate a pallettoni che raggiunsero la vettura ma non i due coniugi che si salvarono. Il marito rimase illeso, la moglie venne colpita alla spalla destra. La donna venne trasportata al ospedale di Lanusei, qui i medici estrassero una pallottola camiciata. Un’altra ricostruzione che fa venire i brividi è quella dell’omicidio di un giovane allevatore di Arzana.

Anche in questo caso gli inquirenti, coordinati dal comando provinciale dei carabinieri di Nuoro, sono convinti che sia stato Cesare Balzano ad impugnare l’arma che uccise Angelo Tangianu per vendicarsi, a caldo, di un tentativo di assassinarlo. In una intercettazione in cui parlava col suocero, Balzano, dopo aver descritto nei minimi particolari l’attentato subito l’11 dicembre 2000, in cui morì il figlioccio ventenne Lino Perotti, disse di essersi vendicato dopo appena due settimane. L’allevatore, che aveva 24 anni, venne ucciso il 26 dicembre 2000 da almeno due killer. E po ci sono quei tentativi di estorsione che sembrano poca roba rispetto al sangue versato in più occasioni ma che testimoniano il clima di intimidazione e violenza che aleggiava attorno al gruppo. Cesare e Angelo Balzano e Luigi Piras sono accusati anche di questo reato perché nel 2006, minacciarono di morte l’imprenditore di Bari Sardo Massimo Cocco, titolare dell’azienda che si occupava del servizio di nettezza urbana a Arzana, Elini, Barisardo, Urzulei, Dopo aver dato alle fiamme un autocarro della ditta, ottennero l’assunzione nell’impresa di Piras e del fratello e di Davide Balzano, figlio di Angelo. Ed ancora sia Cesare che Angelo Balzano sono accusati, con Andrea Agus operaio di Lanusei, di aver coltivato delle piante di marjiuana nel territorio di Lanusei e di aver commercializzato la droga.

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