La Nuova Sardegna

Nuoro

«Processo a Bancali, nessuna violazione»

di Valeria Gianoglio
«Processo a Bancali, nessuna violazione»

Il presidente del tribunale di Lanusei, Paola Murru: «Il nostro Palazzo di giustizia non garantisce i livelli di sicurezza»

25 aprile 2017
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NUORO. «Il tribunale di Lanusei non garantisce adeguati livelli di sicurezza in relazione a un processo quale quello in oggetto, né sarebbe stato possibile ottenere l’adeguamento del Palazzo in tempi compatibili con le esigenze di celerità connesse alla celebrazione di un processo con detenuti»: dopo settimane di prese di posizione e proteste da parte degli avvocati del foro di Lanusei e di quelli del collegio difensivo, il presidente del tribunale di Lanusei, Paola Murru, prende carta e penna e interviene per la prima volta in modo ufficiale sulla vicenda dello spostamento da Lanusei e Bancali del processo che vede 26 imputati a processo per le rapine ai furgoni portavalori. Il giudice ogliastrino risponde così al documento sottoscritto nei giorni scorsi, prima del ponte del 25 aprile, agli avvocati dei 26 imputati del maxi processo.

«L’intero collegio di difesa – avevano scritto i legali – contesta con determinazione la scelta, del tutto arbitraria e adottata senza aver interpellato alcun difensore, di spostare il processo dalla sua sede naturale di Lanusei a quella sassarese. Non è mai stata indicata alla difesa la disposizione di legge che giustificherebbe tale translatio iudicii, né la sussistenza di ragioni che lo motiverebbero». Secondo i difensori dei 26 imputati del processo sulle rapine e per il traffico di droga, lo spostamento del processo a Bancali, costituirebbe «una gravissima e ingiustificata violazione del principio del giudice naturale, che compromette l’esercizio del diritto di difesa e del contraddittorio».

E per queste ragioni, gli stessi legali avevano annunciato «che in caso di prosecuzione del processo a Bancali», avrebbero valutato anche l’ipotesi di rimettere in massa il mandato difensivo. Il presidente del tribunale di Lanusei, Paola Murru, ieri decide dunque di rispondere punto per punto ai rilievi sollevati dagli avvocati, e nel contempo di spiegare nel dettaglio quali sono state le ragioni del trasloco contestato. Tanto per cominciare, spiega il presidente Murru, la scelta dell’aula bunker di Bancali, «è stata effettuata dal presidente della Corte d’appello, su mia richiesta, in relazione a quanto previsto dall’articolo 145 bis, disposizioni di attuazione del codice di procedura penale». L’articolo in questione prevede, infatti, che per alcuni procedimenti come quelli per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, quando è necessario per questioni di sicurzza utilizzare aule protette «e queste – recita l’articolo 145 bis – non siano disponibili nella sede giudiziaria territoriale competente, il presidente della Corte d’appello, su proposta del presidente del tribunale, individua l’aula protetetta per il dibattimento».

E questo, spiega il presidente Paola Murru, è stato proprio il caso del Palazzo di giustizia di Lanusei. Un tribunale, precisa, che «non garantisce infatti livelli di sicurezza adeguati in relazione a un processo quale quello in oggetto». Ma, aggiunge, «rilevanti problematiche si sono poste anche in relazione all’adeguamento di altro locale in Lanusei, che si era preso in considerazione grazie all’attivazione del sindaco di Lanusei. Solo in seguito all’evidenziarsi di dette problematiche e alla riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura a Nuoro, questa presidenza si è vista costretta a richiedere al presidente della Corte d’appello, l’individuazione di un’aula protetta nell’ambito del distretto».

Per il presidente del tribunale di Lanusei, «la norma non prevede il coinvolgimento dei difensori. Il foro di Lanusei ha peraltro seguito “in diretta” l’evolversi della situazione, essendo statao reso edotto della situazione in diverse occasioni, da questa presidenza, mentre il presidente dell’ordine degli avvocati, ha avuto anche occasione, in merito a ciò, di incontrare a Lanusei, il prefetto di Nuoro. Nessuna violazione del principio del giudice naturale può ritenersi violato nella specie, posto che il processo si svolgerà dinanzi al tribunale di Lanusei seppure in luogo, idoneo a garantire la massima sicurezza, diverso dal Palazzo di giustizia di Lanusei».

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