La Nuova Sardegna

Nuoro

Le vigne del cannonau distrutte dalla gelata

di Michela Columbu
Le vigne del cannonau distrutte dalla gelata

Tre notti a -3 gradi hanno compromesso le produzioni vitivinicole del 2017 Appello alla Regione da Oliena, Dorgali, Galtellì, Orgosolo e Mamoiada

23 aprile 2017
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OLIENA. Gemme bruciate come se fosse passato il fuoco. Tre notti di gelate, con temperature anche di meno 3 gradi, hanno praticamente compromesso le produzioni vitivinicole 2017 a Oliena, Dorgali, Galtellì, Orgosolo, Mamoiada, dove il prodotto principe è il Cannonau. Il brusco sbalzo termico della settimana appena trascorsa che ha riportato temperature invernali, oltre alla neve sul Gennargentu, con le successive schiarite notturne, ha dato origine alle forti escursioni che durante la notte hanno azzerato interi territori vocati a vite, uccidendo sul nascere la produzione dell’uva. Laddove infatti le gemmature erano appena iniziate, ad altitudini basse, a partire dai 25 metri di Galtellì, per finire ai 650 di Mamoiada, il gelo è stato inclemente, uccidendo le parti in piena sbocciatura. Un vero e proprio bollettino di guerra con percentuali che in certe aziende arrivano al 100% della produzione compromessa. Uno dei territori più colpiti è sicuramente quello di Dorgali dove Lino Fancello, ex presidente della Cantina sociale e a capo dell’associazione “Le Strade del Vino”, descrive come catastrofica la situazione di intere zone del territorio.

«Le più colpite sono la valle di Oddoene e Iloghe, secondo una prima stima questi danni incideranno sul 50% della produzione totale che in condizioni normali si aggira intorno ai 20mila ettolitri, di cui il 90% cannonau e il 10% di bianco. Si raccoglierà pochissimo. La pianta che ha perso tutti i tralci rigermoglierà con le gemme dormienti ma la produttività non è la stessa».

Danni si segnalano anche da realtà più lontane che conferiscono alla cantina sociale di Dorgali «come due produttori di Iscra, tra Ottana e Orani – spiega ancora Fancello – che hanno perso per intero la produzione». Anche Oliena patria del Nepente, alla pari di Dorgali conta i danni. La comunità ai piedi del Corrasi «dopo la nevicata, l’alluvione e i problemi alla viabilità ora deve fare i conti anche con questa calamità – spiega Valentino Carta, assessore all’agricoltura della giunta guidata da Martino Salis –. Basti pensare che la zona più colpita è quella di Zumpadu, dove ci sono solo piante da vite, e la valle verso Dorgali. Un danno economico che non può essere quantificato perché i viticoltori dovranno comunque continuare a curare le piante e a lavorarci sopra, anche se sanno perfettamente che non ci sarà produzione alcuna. Come amministrazione stiamo procedendo a richiedere lo stato di calamità naturale, perché in gioco c’è il reddito di intere famiglie». In fase di ricognizione anche i danni ai vigneti di Mamoiada. 300 ettari vitati, 12 cantine, 80 produttori riuniti nell’associazione Mamojà. «Le zone più colpite sono Garaunele, Conzimu – spiega Francesco Mulargiu della Cantina Sedilesu – in qualche vigna è andato perso l’80, 90% e anche la cantina Sedilesu ha, anche se in misura minore, subito gravi danni». Danni enormi si sono registrati anche a Galtellì dove è stato danneggiato «circa il 70% del territorio vitato – racconta invece il primo cittadino Giovanni Santo Porcu –. Sto già procedendo a dichiarare lo stato di calamità naturale. Galtellì nel settore è una realtà in crescita con un totale di 220 ettari a vigna. Una attenzione verso la produzione vitivinicola cresciuta grazie alle politiche in tal senso che hanno portato alla collaborazione con l’agenzia Laore sia per la lavorazione in vigna che in cantina. Conferiamo centinaia di quintali alla cantina sociale di Dorgali e c’è un rinnovato interesse verso nuove tecniche e conoscenze. Da primo cittadino auspico un immediato interessamento della Regione affinchè avvii tutte le pratiche per dare sostegno a un settore che ora si trova in grave difficoltà».

Stessa situazione nel territorio di Orgosolo: gemme bruciate per la metà della produzione nella piana di Locoe e di Sorasi. «È un duro colpo per l’agricoltura – commenta infine Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra –, dopo la neve, la siccità e l’anticipo delle fioriture, ora anche le gelate: chiediamo maggiore attenzione dagli enti preposti per un comparto già martoriato dalla crisi».

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