La Nuova Sardegna

Nuoro

San Francesco, chiude l’anno della svolta

di Valeria Gianoglio
San Francesco, chiude l’anno della svolta

Il priorato di Stefano Flamini è stato il primo con il nuovo regolamento. Il 9 il passaggio di consegne a Salvatore Siotto

21 aprile 2017
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NUORO. In questi pomeriggi, a bordo di un fuoristrada, ha fatto gli ultimi sopralluoghi nel percorso che tra dieci giorni, la notte tra il 30 aprile e il primo maggio, vedrà un migliaio di pellegrini in marcia da Nuoro al santuario vicino a Lula. Poi, per il priore uscente della festa più cara ai nuoresi, quella di San Francesco di Lula, arriverà la data fatidica nella quale cederà il testimone al nuovo priore: Salvatore Siotto.

Ma il conto alla rovescia, per Stefano Flamini, in realtà è già cominciato e racconta di un anno di svolta, impegno, fatiche ma anche tante soddisfazioni per una delle tradizioni più sentite ai piedi del Redentore. Il priorato di Stefano Flamini, infatti, è stato il primo della nuova era, della festa preparata con un regolamento tutto nuovo voluto dal vescovo Mosè Marcia per rendere più trasparente e autentico il percorso di fede e tradizione legato all’evento. «In questo senso sono stato un po’ pioniere – racconta Stefano Flamini – sono stato il primo a inaugurare il nuovo regolamento, e poi con la mia nomina la grande novità era legata al fatto che io, a differenza di tanti miei predecessori, sono un “cittadino”, non provengo dall’ambiente degli allevatori e delle campagne. Ero “straniero”, dunque, in un certo senso, e questo dato, almeno all’inizio, mi ha creato qualche piccolo scoglio, nel senso che ho dovuto superare un po’ di diffidenza iniziale, una sorta di test, ma alla fine è andata bene e sto concludendo il mio percorso pieno di gioia e gratitudine per i tanti che hanno accompagnato e aiutato me e mia moglie Nadia, Nadia Secchi, la prioressa. È stata davvero una bella avventura».

In un anno di impegno, riti e rituali, cumbessias – le antiche casette che ospitano i fedeli nel santuario – da sistemare, e momenti di incontro e fede da organizzare, Stefano Flamini dice di aver davvero imparato tanto. «All’inizio – racconta – mi dicevano “ma tu che vieni da fuori, che ti chiami Flamini, che non sei dell’ambiente agropastorale, non sai niente della festa di San Francesco”. Io rispondevo solo che forse era vero, ma che ho sempre saputo che l’unica cosa che tutti quanti dobbiamo fare in questa festa è portare il messaggio di Francesco, aprirlo a tutti, e seguire gli ultimi”». E così, superata la diffidenza iniziale riservata al “priore cittadino”, Stefano Flamini un anno fa comincia il suo percorso. «San Francesco mi ha insegnato tanto – spiega – mi ha insegnato soprattutto a conoscere meglio i miei limiti e a mettermi alla prova. Ho dovuto affrontare molte difficoltà e per fortuna le ho superate. Ho cominciato lo scorso 8 maggio con la partenza da Nuoro insieme ai cavalieri, direzione San Francesco. Per me è stato un percorso di spirito e di vita. È stato un anno ricco, faticoso ma ricco soprattutto di volti, di amicizie, di tante persone che mi hanno aiutato. Penso ai miei familiari, ovviamente, ma anche alle tantissime persone che ho incontrato nel mio cammino. Penso a Paola Abraini e ai suoi 150 kg di filindeu, ai ragazzi del giornalino del Sacro Cuore che mi hanno intervistato con tanto affetto, alle nuove conoscenze che ho fatto. Di tutti ho sentito il calore, la vicinanza, il contributo. E questo è stato davvero uno degli aspetti più belli della festa di San Francesco di Lula». «Al nuovo priore, Salvatore Siotto – aggiunge – dò solo un suggerimento: che si fidi della sue sensazioni, per quanto riguarda i collaboratori. Io i miei li ho trovati per strada, è capitato per caso, mi hanno trasmesso una buona impressione, mi sono fidato e sono stato ampiamente ripagato».

«I miei bambini – continua il priore uscente – mi chiedono “E adesso? Cosa faremo?”. È stato un anno ricco, sicuramente ci mancherà. Per affrontare il percorso ci vuole molto serenità d’animo perché ti confronti con tanti caratteri e visioni. Uno degli aspetti più belli è che ti confronti con persone molte diverse, ma il bello di San Francesco è che poi a San Francesco diventano tutte pari».

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