La Nuova Sardegna

Nuoro

Servizio oncologico a rischio, esplode la protesta dei pazienti

Il sindaco Antonio Succu: «Si agita lo spauracchio della sicurezza per poter accentrare tutto a Nuoro» Anche i rappresentanti della minoranza in Consiglio chiedono la revoca immediata della decisione

16 aprile 2017
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MACOMER. Per quasi 25 anni ha permesso ai malati oncologici del centro Sardegna di evitare viaggi pesanti e disagevoli per sottoporsi alla chemioterapia, ora si vorrebbe sopprimere il servizio oncologico di Macomer per accorparlo a Nuoro in nome della sicurezza che una struttura più grande e attrezzata di rianimazione, come quella del San Francesco, sarebbe in grado di garantire. Corrono lo stesso rischio quelli di Sorgono e di Siniscola.

Beffa per gli ammalati. Se il disegno dovesse passare, si farebbe un salto in dietro di un quarto di secolo, con i pazienti costretti a viaggiare per sottoporsi a cure che non danno certezze, ma che certamente hanno effetti collaterali pesanti che mal si conciliano con il viaggio, oltre al rischio di incidenti che comunque il viaggio comporta.

Interrogazione in Comune. I consiglieri di minoranza Rita Atzori, Federico Castori, Giuseppe Ledda, Giuseppe Pirisi e Riccardo Uda hanno portato alla luce, con un’interpellanza al sindaco, l’operazione dell’Assl (ex Asl n. 3) che punta a cessare le prestazioni di chemioterapia presso il servizio di oncologia del presidio sanitario di Macomer per accorpare il tutto a Nuoro. I cinque consiglieri parlano di «decisione della direzione sanitaria di Nuoro di cessare a breve termine le prestazioni chemioterapiche che da anni vengono eseguite in regime di day hospital presso il servizio di oncologia del presidio di Macomer e di erogarle esclusivamente presso l’ospedale di Nuoro».

Pazienti penalizzati. Sollecitando una forte iniziativa del sindaco, anche in veste di presidente della conferenza socio sanitaria della Asl, e non nascondono la preoccupazione per quella che definiscono «una decisione molto grave, che ci risulta sia destinata a diventare operativa già dalle prossime settimane, la quale oltre a cancellare un servizio territoriale che ha sempre avuto un generale apprezzamento, sarebbe fonte di ulteriori disagi e sacrifici per centinaia di pazienti in terapia presso il presidio di Macomer».

Operazione in sordina. Dell’operazione che punta a chiudere il servizio di oncologia si era avuto sentore già dallo scorso anno. È rispuntata ai primi di marzo, poi è calato il silenzio. Ora è sputata di nuovo. Evidentemente andava avanti sotto traccia forse nel tentativo e con la speranza di mettere tutti di fronte al fatto compiuto.

La risposta del sindaco. Il sindaco di Macomer, Antonio Succu, è già intervenuto da tempo nei confronti dei responsabili della sanità nuorese manifestando tutta la sua contrarietà e quella dei sindaci dei territorio. «L’ipotesi di trasferimento delle cure chemioterapiche da Macomer a Nuoro mi trova assolutamente contrario, perché si aggiungerebbe grave disagio al già grave castigo della malattia tumorale – dice –. Ho l’impressione che alcuni componenti del gruppo di lavoro costituito dall’Area socio sanitaria locale, con lo spauracchio della sicurezza vogliano accentrare tutto a Nuoro. Il servizio di oncologia opera a Macomer dal 1993 con grande merito e mai sono emerse problematiche che possano giustificarne la soppressione. Siamo d’accordo sul fatto che vengano applicati tutti i protocolli a tutela del paziente, così come già avviene, ma di chiusura non siamo disposti nemmeno a parlarne».

Servizio di eccellenza. Il dottor Valerio Milia, lo specialista oncologo che ha creato e attrezzato il servizio a Macomer, applica i protocolli nazionali di cura da quanto ha iniziato i trattamenti chemioterapici nella struttura sanitaria. A generazioni di pazienti oncologici ha evitato viaggi pesantissimi a Sassari e a Nuoro dai quali, per andar bene, rientravano vomitando. Grazie a donazioni ha attrezzato i locali con arredi diversi da quelli di un ambulatorio freddo e poco accogliente nel quale il paziente, già scoraggiato dalla malattia, non è certo aiutato dall’ambiente. (t.g.t.)

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