La Nuova Sardegna

Nuoro

Non era un attentatore ma una vittima

Non era un attentatore ma una vittima

Chiuso il caso di Alessandro Barria, rimasto gravemente ferito da un ordigno camuffato che aveva raccolto per strada

15 aprile 2017
3 MINUTI DI LETTURA





BORORE. Era stato accusato di essere uscito di casa con la bomba in tasca che poi esplose in macchina ferendolo gravemente, invece era la vittima di un attentato, che tra l’altro non era diretto a lui. Dopo un anno di indagini che hanno consentito di ricostruire come sono andate effettivamente le cose, il procedimento nei confronti di Alessandro Barria, 38 anni, muratore di Borore, è stato archiviato. Il decreto di archiviazione nei confronti dei Barria, che nella disavventura giudiziaria durata dodici mesi è stato assistito dall’avvocato Anna Francesca Fazio di Macomer, è stato emesso giovedì dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Oristano, Silvia Palmas, la quale ha accolto la richiesta del pubblico ministero.

Stando alla ricostruzione dei fatti alla quale hanno lavorato i carabinieri della compagnia di Macomer, la bomba non era destinata ad Alessandro Barria, ma a un agente della Guardia di finanza che abita poco distante per motivi che sono oggetto di indagine. L’ordigno era stato confezionato all’interno di una pila elettrica in plastica. Il muratore aveva compiuto l’imprudenza di raccoglierla. Quando ha provato ad accenderla è esplosa ferendolo gravemente al punto che è rimasto invalido e ha rischiato di perdere un occhio. In seguito alle ferite riportate nell’esplosione è rimasto ricoverato a lungo in rianimazione all’ospedale civile di Sassari. Nel frattempo ha perso anche il lavoro.

I fatti dai quali presero avvio le indagini concluse col decreto di archiviazione del Gip risalgono al primo pomeriggio del 9 marzo dello scorso anno, quando nella via Umbria di Borore, situata alla periferia del paese, Alessandro Barria rimase gravemente ferito nell’esplosione di un ordigno all’interno della sua auto che aveva parcheggiato sotto casa. Intervennero i carabinieri. Il muratore aveva riportato gravi ferite al volto, al capo e agli arti inferiori e superiori, per cui venne soccorso dal personale del 118 e trasportato in eliambulanza all’ospedale di Sassari. Come si legge nel decreto di archiviazione, sull’auto vennero eseguiti accertamenti che stabilirono la natura artigianale dell’ordigno. Barria fu dichiarato in arresto in quanto si riteneva fosse rimasto vittima dell’esplosione di un ordigno preparato da lui.

I contorni della vicenda rimasero indefiniti fino al 12 marzo, quando i parenti del muratore riferirono ai carabinieri che il congiunto, dopo essersi risvegliato da coma, raccontò che l’ordigno che gli era esploso fra le mani era in una pila in plastica gialla che aveva trovato la mattina del 9 marzo vicino al distributore Tamoil. L’esplosione era avvenuta nel tentativo di accenderla. Immediatamente i carabinieri della compagnia di Macomer e della stazione di Borore avviarono le verifiche e i tasselli mancanti iniziarono ad andare al loro posto. Vicino al distributore abita un agente della Guardia di Finanza, il quale riferì ai carabinieri che alle 3,30 del mattino, mentre usciva di casa per andare al lavoro, aveva trovato la pila appoggiata alla serranda del garage. Senza dare importanza alla cosa, l’aveva spostata e messa da una parte nelle vicinanze. Indagini e intercettazioni non hanno consentito arrivare a chi ha confezionato la bomba. (t.g.t.)

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative