La Nuova Sardegna

Nuoro

Assalti ai portavalori, gli avvocati si barricano

di Giusy Ferreli
Assalti ai portavalori, gli avvocati si barricano

Dopo l’ipotesi di trasferimento a Bancali nuova assemblea generale il 20 aprile Nessuna novità di rilievo neanche dal Comitato per la sicurezza pubblica

14 aprile 2017
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LANUSEI. Sulla via di Bancali tutte le strade diventano sicure. Anche quelle del maxi processo alla presunta banda dei portavalori. Dopo le indiscrezioni arrivate da Cagliari sul possibile trasferimento nell'aula bunker del carcere sassarese, la notizia appare sempre più fondata. Sembrerebbe che la struttura penitenziaria si stia attrezzando per ospitare le udienze. Tenuta ancora sottotraccia, senza il crisma dell'ufficialità questa opzione continua però a far discutere. Anche perché è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Suscitando una serie di interrogativi. Perchè è stata scelta proprio l'aula bunker? Sarà forse perché nessuno dei tribunali individuati come sede alternativa (Nuoro e Cagliari) si possono ritenere a norma? E se così fosse, la considerazione più ovvia è che tutti i processi di un certo tenore, d'ora in avanti, dovrebbero tenersi sempre a Sassari. Ed ancora, a questo punto, non sarebbe meglio risolvere definitivamente il problema, partendo magari dal progetto, fermo da sette anni in Procura generale, che prevede l'installazione dei metal detector nel palazzo di Giustizia di Lanusei? Per il momento, dopo giorni di barricate e assemblee, gli avvocati ogliastrini scelgono la linea del silenzio e dell'attesa, che non sarà certo lunga visto che la prima udienza (sebbene in odore di rinvio) è fissata per il 28 aprile. Qualche giorno prima, il 20, potranno fare il punto della situazione nell'ennesima assemblea. Anche dal vertice del Comitato ristretto per l'ordine pubblico e la sicurezza che si è svolto in mattinata non sono emerse novità di rilievo. «Si sono valutati tutti gli scenari ma non è stata presa alcuna decisione», fa sapere il sindaco di Lanusei, Davide Ferreli, tra i più strenui sostenitori del mantenimento del processo in Ogliastra. «Attediamo ancora», conclude il primo cittadino che si era impegnato a garantire uomini e mezzi per gestire al meglio tutte le fasi di un processo che ha già sollevato una vasta eco. E non solo per il numero delle persone citate in giudizio (31 tra presunti componenti e fiancheggiatori e di questi in 5 hanno chiesto il rito abbreviato) ma anche per le personalità coinvolte. Tra i sospettati di essere a capo dell'organizzazione criminale che avrebbe compiuto rapine ai caveau degli istituti di vigilanza e ai supermercati nonché assalti ai blindati, riciclando i proventi in traffici illegali, c'è l'ex vice sindaco di Villagrande Giovanni Olianas. Danilo Tronci, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari ha contestato l'accusa di associazione a delinquere anche Luca Arzu, 44 anni, di Talana ma residente a Porto San Paolo, Angelo Lostia, 43 anni, di Olzai e Salvatore “Toreddu” Sanna, 37 anni, di Orune. Sul fronte del riciclaggio la Guardia di finanza di Nuoro e la Polizia di Cagliari hanno sequestrato beni per 15 milioni di euro.

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