La Nuova Sardegna

Nuoro

Rinviata la requisitoria del processo di Lula

di Kety Sanna
Rinviata la requisitoria del processo di Lula

L’udienza in Corte d’assise per l’omicidio dell’allevatore Angelo Maria Piras I legali della difesa: «Prima delle conclusioni si faccia chiarezza su alcuni punti»

12 aprile 2017
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NUORO. Quella che doveva essere l’udienza di inizio della requisitoria del pubblico ministero Andrea Ghironi, del processo per l’omicidio di Angelo Maria Piras, l’allevatore 40enne di Lula ucciso a fucilate all’alba del 25 gennaio 2015 e di cui sono accusati il fratello Nico (35 anni) e la moglie Alice Flore (di 33), ieri si è aperta con l’arrivo in aula di una scatola sigillata, contenente le scarpe ritrovate all’interno del casolare diroccato, a poche centinaia di metri dalla casa degli imputati. Scarpe, secondo l’accusa appartenenti a Nico Piras e usate per compiere l’omicidio, poi buttate dalla moglie subito dopo il delitto.

«Si tratta di scarponi da lavoro numero 43 con la suola in gomma leggermente consumata e con una lacerazione nella parte laterale destra» ha sottolineato il presidente della corte Giorgio Cannas. Quindi la parola è passata al pm che, oltre a produrre la perizia su una maglietta di Nico Piras, ha sottoposto alla Corte la consulenza del Ris sui proiettili che hanno raggiunto il giovane ucciso: sono stati esplosi dalla stessa arma. Ha inoltre fatto acquisire l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Raimondo Melone, attestante il fatto che il giorno del delitto di Angelo Maria Piras lui era ancora arrestato. Quindi ha prodotto la relazione tecnica dell’Innova da cui risultano i dati, il tipo di strumento Gps usato per rilevarli e il livello di affidabilità con riferimento all’intercettazione e ai satelliti agganciati (dieci – dice l’accusa) nel momento in cui l’auto di Alice Flore si trovava davanti al casolare, la mattina del 25 gennaio 2015, dopo il delitto. Gli avvocati della difesa, Mario Lai e Angelo Manconi, hanno sollevato alcune questioni e proprio opponendosi alla produzione dei dati dell’Innova, hanno chiesto di poter sentire in aula il consulente della ditta «perchè possa spiegare se le coordinate usate per posizionare Alice Flore la mattina dell’omicidio del cognato, siano quelle derivanti dalla microspia oppure dal Gps». Gli stessi hanno poi chiesto alla Corte che vengano messi agli atti i verbali sulla perquisizione effettuata a casa di Nico Piras l’indomani dell’omicidio, dei quali si è parlato in aula durante la deposizione del maresciallo Ciancilla e del collega Maccioni ma di cui, però, non c’è traccia. «Non abbiamo alcuna fretta – ha sottolineato l’avvocato Lai – siamo qui per fare chiarezza su ogni punto. Ecco perchè chiedo, vista un’annotazione dei carabinieri di Bitti, in cui si fa riferimento alla trasmissione al Ris dei video delle telecamere della biblioteca comunale e della Guardia medica del paese che si trovano sul retro dell’abitazione di Nico Piras e Alice Flore, di sapere il risultato di quelle analisi. Le telecamere dovrebbero aver ripreso, se funzionanti, qualcuno che la mattina dell’omicidio di Angelo Maria Piras scavalca il muretto dietro la casa degli imputati – ha aggiunto la difesa – Ma anche di questo agli atti del processo non c’è traccia». Dopo mezz’ora di camera di consiglio il presidente Cannas ha sciolto la riserva e accogliendo le richieste della difesa ha rinviando il processo al 27 aprile, giorno in cui verranno sentiti: il tecnico dell’Inova e il dipendente comunale che avrebbe consegnato i video delle telecamere agli inquirenti. Verranno inoltre acquisiti gli eventuali verbali delle perquisizioni fatte a casa degli imputati.

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