La Nuova Sardegna

Nuoro

Il sindaco di Ottana: «Capannoni a un euro per creare lavoro»

di Federico Sedda
Il sindaco di Ottana: «Capannoni a un euro per creare lavoro»

Partecipata assemblea con sindaci e amministratori. Appello alle istituzioni: la cassa integrazione sta per finire

11 aprile 2017
4 MINUTI DI LETTURA





OTTANA. Una mozione urgente in consiglio regionale per costringere la politica e le istituzioni a dare risposte immediate ai problemi e alle istanze dei lavoratori senza lavoro della Sardegna centrale e, soprattutto, per ridare prospettive a un sistema produttivo che, da anni, produce solo disoccupati e ammortizzatori sociali, quali cassa integrazione e mobilità in deroga. E neppure per tutti. Questa la proposta scaturita dall'affollata assemblea che si è tenuta ieri al centro polivalente di Ottana e della quale si è fatto interprete il consigliere regionale e sindaco di Bottida, Daniele Cocco, peraltro l'unico consigliere regionale presente all'incontro. La mozione, per la quale occorrono cinque firme di altrettanti capi gruppo, verrà presentata entro oggi.

Dall'assemblea degli ex lavoratori Legler e dei cassintegrati di Ottana Polimeri e di Ottana Energia che si è tenuta alla presenza di sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil (Sergio Zara, Iose Mattana, Katy Contini e Tore Sini) e di una quindicina di sindaci del territorio, tra i quali il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, (il quale, ha fatto sapere, ha preferito partecipare all'assemblea dei lavoratori piuttosto che alla festa della polizia in programma ieri a Nuoro) è venuta fuori anche un' altra proposta operativa fatta dal sindaco, Franco Saba. «Chiederò alla Regione – ha detto il primo cittadino di Ottana –- di vendere i capannoni dismessi del Contratto d'area in regime di procedura fallimentare, al prezzo simbolico di un euro, agli imprenditori locali che vogliono intraprendere una nuova attività per creare lavoro».

L'assemblea è stata preceduta da un sit-in dei cassintegrati di Ottana Polimeri e di Ottana Energia davanti ai cancelli della fabbrica chiusa. L'appuntamento principale era, comunque, quello al centro polivalente, dove, per la prima volta da molti anni a questa parte, si sono riuniti insieme i lavoratori che, purtroppo, alle loro spalle, hanno la storia di una fabbrica chiusa: Legler, Ottana Energia, Ottana Polimeri, lavoratori metalmeccanici e dell'indotto. Storie di sofferenza e di promesse mancate. Di ammortizzatori sociali e di cassa integrazione che stanno per scadere, senza dare un futuro.

A parlare sono stati loro: i lavoratori. Gli stessi che hanno organizzato l'assemblea. Il grido di dolore è stato univoco: "Vogliamo lavoro". Un lavoro che, nella Sardegna centrale, ha finito da tempo di esistere. «Ci hanno fatto fare i corsi di riqualificazione professionale – ha detto Loredana, lavoratrice ex Legler – ma non sono serviti a nulla».

«Siamo stufi – ha ribadito Fabrizio Porcu, di Ottana Polimeri – di essere presi in giro. Ci dicano subito di che morte dobbiamo morire». Accorato l'appello di Carlo Dearca, anche lui cassintegrato di Ottana Polimeri: «La situazione è drammatica. Rischiamo di non avere un futuro. Occorrono proposte e progetti per ripartire». Gli ammortizzatori sociali, che pure servono per sopravvivere, non sono certo la soluzione. Anche perché deprimono l'animo e mortificano la dignità. «È umiliante – ha detto Cristian Carboni, cassintegrato di Ottana Energia – andare in cassa integrazione o in mobilità a 39 anni». Lavoro, dunque. E subito.

Un appello unanime è stato lanciato dai sindaci (Francesco Manconi di Bolotana ed Ester Satta di Olzai) e dai sindacalisti. «La chiusura del tessile – ha detto Katy Contini (Cisl) – ha provocato la perdita di 1500 posti di lavoro e ha lasciato centinaia di famiglie in preda alla disperazione».

«Siamo in questa situazione – ha aggiunto Sergio Zara (Cgil) – perché da parte del governo manca una seria politica industriale». Drammatico l'appello lanciato da Tore Sini (Uil): «Gli ammortizzatori sociali stanno per scadere. Se non c'è un progetto di rilancio i lavoratori andranno a casa».

Il sindaco di Bolotana, Francesco Manconi, è pronto a dare battaglia. «Se è necessario - ha detto - siamo o pronti a marciare su Cagliari e rimanere lì fino a quando non ci faranno proposte concrete».

Ora tutti guardano al gruppo Clivati-Idorama: «Mettano in campo i progetti e ci dicano se vogliono continuare l'esperienza a Ottana. Altrimenti lascino il campo e passino la palla ad altri». Il futuro di Ottana, stavolta, si gioca su due fronti: quello della politica e quello degli imprenditori. Che non possono più stare a guardare. Sì, perché il tempo sta per scadere. Altrimenti, poi, sarà tempo di drammi sociali.

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative