La Nuova Sardegna

Nuoro

“Dal Dio alla Bestia” nel mulino di Olzai

Scorci del paese barbaricino nel cortometraggio ideato dal progetto artistico “Sa Sartiglia”

11 aprile 2017
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OLZAI. È l’antico mulino ad acqua di Olzai che fa da cornice al cortometraggio “Dal Dio alla Bestia” ideato dal Progetto artistico Sa Sartiglia che pone al centro della sua attività la «Sardegna nelle sue infinite sfaccettature – scrivono – svelate attraverso l’unicità di ciascuna opera nel cuore della Barbagia». Nell’ultima opera realizzata protagoniste sono le maschere tipiche olzaesi grazie agli olzaesi Fabrizio Sanna, Costantino Murgia e Giovanni Sanna. Olzai custodisce infatti un’antica tradizione carnevalesca veicolata attraverso tre figure: i maimones, i murronarzos e gli intintos. Attraverso queste ultime due il progetto Fondazione Sa Sartiglia, con il corto realizzato da Nicola Marongiu e Cinzia Carrus tocca temi come l’arcaico legame tra la natura e l’uomo. Tradizioni antiche che sono arrivate fino a noi tramite i protagonisti del carnevale barbaricino e in questo caso di quello olzaese.

«I Murronarzos – spiegano – richiamano il Dio-Dea della Natura nella sua effigie di “maiale” che, grufolando, solleva le zolle e rende fertile la terra. Si osserva che, nei riti arrivati sino ai nostri giorni, il maiale subisce un’operazione di ribaltamento e diventa fonte di pericolo: la “bestia” da contenere, soggiogare, tenere a bada, frustrare e legare. Da qui, anche le rappresentazioni carnevalesche che oggi possiamo osservare, nelle quali la bestia (in questo caso il maiale) è sottomessa all’umano, malgrado i goffi tentativi di sottrarsi e di aggredire chi le sta intorno».

Il corto riprende tutte le tappe del rito carnevalesco del paese di Carmelo Floris: dalla vestizione con i cappotti di orbace, con l’annerimento del viso, fino alla dimostrazione dei movimenti delle maschere antropomorfe, guidate dall’uomo. La location scelta per le riprese è il caratteristico mulino ad acqua che vanta il paese di Olzai. Un opera di archeologia industriale che si avvale della forza delle acque del Rio Bisine che scende dalle montagne di Ollolai e attraversa il paese più a valle.

Il monumento rappresenta un unicum in tutta Italia, perchè si tratta dell'unico mulino ad acqua ancora funzionante. La natura selvaggia che lo circonda con un fitto bosco di lecci e querce, si presta bene nell’opera di Marongiu e Carrus, regalando allo spettatore uno stralcio che ben coniuga antichi riti, l’importanza dell’acqua e l’aspra natura di Barbagia.

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