La Nuova Sardegna

Nuoro

«Ma quali trivelle? È soltanto uno studio»

di Luciano Piras

Oliena, l’assessore regionale Maninchedda sgombera ogni dubbio sui carotaggi a Mussintommasu-Su Gologone

07 aprile 2017
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NUORO. «È solo uno studio approfondito, mai fatto prima, delle nostre risorse idriche sotterranee da parte del Genio civile, come è in corso lo studio di Fruncu ‘e Oche per Siniscola. Un primo studio scientifico che viene condotto non secondo procedure politiche, ma secondo tecniche e procedure previste dai protocolli scientifici e dalle leggi di tutela e di intervento. Questo studio ora va concluso, nell’interesse di tutti». Paolo Maninchedda sgombera il campo immediatamente. La polemica sulle “trivelle” a Su Gologone non ha alcuna ragione di esistere, assicura l’assessore regionale dei Lavori pubblici. Il caso olienese non è altro che «un castello di menzogne» dice al telefono, ribadendo quanto ha già scritto nel suo blog “Sardegna e libertà”. «Io ho un rispetto religioso della natura e ne ho uno ancor più sacro della natura umana e dei vincoli di solidarietà che la caratterizza quando è interpretata nella sua profondità» va avanti l’assessore.

«Non mi sono mai sottratto al confronto pubblico sul tema della valorizzazione e utilizzo dell’importante risorsa idrica e ambientale di Su Gologone nell’area tra Oliena, Dorgali e Orosei – spiega ancora Maninchedda –. Ci sono riunioni, e verbali di riunioni, che attestano chi era presente e chi no, che dicono chi accetta il piacere e la responsabilità della fratellanza tra sardi e chi no. Ho sempre detto di essere molto restio a spostare una sola pietra nella delicatissima area dove oggi avviene il prelievo dell’acqua, in condizioni non ottimali né sul piano ambientale né sul piano funzionale». «Nessuno ha mai avuto intenzione di decidere alcunché in solitudine su Su Gologone, anzi – sottolinea l’esponente della giunta Pigliaru –. Proprio in questi giorni mi è stato chiesto di riunire per l’ennesima volta le amministrazioni comunali per decidere che cosa fare e come farlo e nessuno farà niente senza una scelta condivisa. Ma per scegliere correttamente bisogna conoscere, capire, valutare, misurare, simulare scenari». Da qui la ricostruzione delle tappe della vicenda. «Nella primavera 2015 amministratori e comitati di cittadini della Baronia lamentavano lo scarso stato della qualità dell’acqua potabile fornita dalla diga di Preda Othoni» riepiloga l’assessore Maninchedda. Le proteste approdarono sul suo tavolo e nel palazzo della Regione. Maninchedda suonò l’adunata chiamando a raccolta i tecnici degli enti regionali e locali per valutare sotto il profilo idrogeologico, ingegneristico e ambientale la possibilità di trovare soluzioni tecnicamente percorribili. «La Provincia di Nuoro presentò una soluzione che tecnicamente prevedeva di deviare il corso del Cedrino e di costruire un’opera a valle per la cattura dell’acqua da entrambe le sorgenti, progetto già respinto nel 2001 e ancora più problematico oggi a causa di vari vincoli e del Sic Supramonte». Dopo diversi incontri, l’assessorato ha affidato al Genio civile di Nuoro un piano di fattibilità che una volta pronto ha poi suggerito come soluzione più praticabile quelle di un prelievo integrativo presso la grotta Mussintommasu a monte e a valle, lasciando tuttavia aperta la strada ad altre soluzioni. «L’esito della relazione è stato comunicata a giugno 2015 in un incontro tecnico con Abbanoa, Provincia e Genio civile, ma si è discusso ancora delle soluzioni possibili». Lo studio di fattibilità è stato così inviato al Servizio valutazioni ambientali ai primi di febbraio 2016, dopo che a gennaio si erano tenuti gli incontri in assessorato con i Comuni interessati.

«Da allora, non per mia volontà, non è più stato possibile convocare altri incontri – evidenzia l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda –. Questi sono i fatti, facilmente verificabili attraverso i verbali ufficiali. Non ho mai preso decisioni da solo e ho sempre cercato il confronto. Quindi non accetto assolutamente che questo lavoro lungo e paziente venga vanificato da strumentali manipolazioni dei fatti». «Si dovrebbe avere sempre coscienza che i vicini non sono nemici ma fratelli. Si dovrebbe avere sempre coscienza che sapere, conoscere, misurare, capire, è il presupposto dell’esercizio pieno della libertà. O si vuole che continui la maledizione ottocentesca per cui i Sardi si raccontano tra loro favole e poi deve arrivare il solito tedesco o il solito piemontese a dire quanto è alto un monte, quanto è profonda una caverna, quanto è la portata di una fonte?». «La politica ha bisogno di conoscenza – suggerisce Maninchedda dalle pagine web del blog –. Io sono un libertario democratico e non adotterò mai atti che abbiano anche solo da lontano l’odore di un editto imperiale, e mi fa specie che uomini delle istituzioni che ben conoscono questo tratto della mia cultura e attitudine personale possano richiamarmi alla condivisione; io e tutta l’amministrazione regionale siamo stati sempre dentro un percorso condiviso». «Quando il quadro delle conoscenze sarà definitivo, si dovranno prendere le opportune decisioni e le si prenderà tutti insieme – conclude l’assessore ribadendo ancora una volta la sua volontà politica –, ma che si voglia anche impedire la conoscenza mi pare profondamente sbagliato; che si spacci la conoscenza della natura come un sua violazione va contro la natura stessa della cultura europea». Su Gologone e Oliena, insomma, possono stare tranquilli.

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