La Nuova Sardegna

Nuoro

Scoperta evasione per 14 milioni

di Paolo Merlini
Scoperta evasione per 14 milioni

Sequestrato l’hotel Brancamaria a Cala Gonone: il titolare non ha pagato le tasse dal 2011 al 2015

05 aprile 2017
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NUORO. Su Tripadvisor, uno dei principali siti per prenotare le vacanze online, può vantare il certificato d’eccellenza, e recensioni più che positive dalla maggioranza dei clienti che vi hanno soggiornato. Il fisco al contrario ne ignorava l’esistenza, almeno per gli anni di imposta che vanno dal 2011 al 2015, visto che il proprietario aveva omesso di presentare la dichiarazione dei ricavi che gli derivavano dall’hotel: ben 14 milioni di euro. Così ieri a Cala Gonone è scattato il sequestro preventivo dell’hotel Brancamaria, un albergo di 66 camere con piscina, campo da tennis e ristorante dal quale si domina uno dei tratti più belli del Golfo di Orosei.

Omessa dichiarazione. Il provvedimento, disposto dal gip Claudio Cozzella, era stato sollecitato dal sostituto procuratore Emanuela Porcu, che ha coordinato le indagini del comando provinciale della Guardia di finanza. Per mesi i militari sono andati a spulciare i conti dell’albergo e del titolare, l’imprenditore Giuseppe Marrante. Dorgalese, molto noto (è stato presidente della squadra di calcio di Cala Gonone), è anche l’amministratore di una società che opera nel settore degli autotrasporti, la Gp srl. Le indagini hanno permesso di appurare che per entrambe le società Marrante aveva omesso di presentare le dovute dichiarazioni fiscali, malgrado avesse conseguito complessivamente ricavi per oltre 14 milioni di euro. Secondo la Guardia di finanza, inoltre, l’imprenditore avrebbe cercato di nascondere al fisco i guadagni di entrambe le società, costituendone due fittizie, così da sottrarsi al pagamento delle tasse. Un tentativo inutile, visto che le indagini hanno permesso di appurare come l’hotel Brancamaria fosse nella piena disponibilità dell’imprenditore dorgalese.

Apertura garantita. La notizia positiva per i lavoratori dell’albergo, che già in passato erano rimasti per alcuni mesi senza stipendio, è che manteranno il posto di lavoro. Il gip Cozzella ha infatti nominato un custode e amministratore giudiziario dell’hotel, la commercialista Maria Eugenia Cosseddu, assicurando così il proseguo della stagione turistica ormai alle porte. Il valore dei beni sequestrati ammonta complessivamente a tre milioni di euro, e oltre alla struttura ricettiva comprende terreni e quote di partecipazione di diverse società riconducibili a Marrante e al suo entourage.

L’hotel Brancamaria è una struttura realizzata attorno agli anni ’60 dalla famiglia Mastino (e questo è stato a lungo il nome dell’albergo). È situato nella parte alta di Cala Gonone, proprio all’ingresso in prossimità del rifornitore di carburante, in una posizione invidiabile dalla quale si domina la costa. È stato uno dei primi alberghi di Cala Gonone, ben prima che il paese diventasse una delle mete preferite dai vacanzieri di mezza Europa. Marrante lo ha acquistato dopo il 2000, e ha subito deciso di ristrutturarlo profondamente, facendolo diventare una delle strutture turistiche più apprezzate della frazione di Dorgali. Nel contempo ha continuato a lavorare sul fronte dei trasporti, in particolare di prodotti alimentari (a Dorgali si parla ancora di un vecchio contrasto con una cooperativa di pastori per una fornitura di formaggi non andata buon fine).

Il precedente. L’hotel Brancamaria era finito sotto i riflettori per un’altra vicenda spinosa, quattro anni fa, quando a gestirlo per un breve periodo era stata la società Omnia Privilege hospitality consulting and management. Dietro un nome così pretenzioso c’era un faccendiere di Quartu, Giovanni Battista Merello, gestore di numerosi altri alberghi in mezza Sardegna. Denunciato per truffa da vacanzieri che avevano pagato in anticipo e per il mancato pagamento dei dipendenti, Merello aveva lasciato la Sardegna e fatto perdere le proprie tracce. Nei suoi confronti la procura della Repubblica di Nuoro aveva emesso un mandato di cattura internazionale per truffa, bancarotta fraudolenta e violazione delle leggi fallimentari. Era stato arrestato nel 2014 dopo sei mesi di latitanza in Egitto, dove faceva il direttore d’albergo.

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