La Nuova Sardegna

Nuoro

Mario Mele in Italia, il "Re" delle discoteche sarde arrestato in Kenya sbarcato a Fiumicino

L'arrivo di Mario Mele in Italia
L'arrivo di Mario Mele in Italia

L'aereo proveniente da Nairobi via Dubai è atterrato dopo le 13 nell'aeroporto Leonardo Da Vinci. L'imprenditore nuorese è accusato di aver evaso tasse per 17 milioni di euro

05 aprile 2017
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NUORO. Il Re delle discoteche sarde inseguito da un mandato di cattura internazionale per una maxi evasione fiscale è tornato in Italia. Mario Mele, 55 anni, di Nuoro, patron di alcune delle più note discoteche della costa orientale della Sardegna è sbarcato dopo le ore 13 di oggi 5 aprile all'aeroporto di Fiumicino con un volo proveniente da Nairobi con scalo intermedio a Dubai.

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Mario Mele è arrivato in Italia tramite l'Interpol ed è stato preso in consegna dalla guardia di finanza di Nuoro e Fiumicino. Era stato bloccato alcuni giorni a Malindi fa nell’ambito di una vasta operazione antidroga della polizia kenyota che pochi giorni fa ha portato all’arresto di 12 persone tra cui altri due italiani, Stefano Poli, 71 anni del Bergamasco, e Alberto Fulvio Leone, 69 anni di Genova. Espulso dal territorio africano, è stato condotto all’aeroporto romano di Fiumicino. Allo sbarco le fiamme gialle gli hanno notificato l’ordine di cattura sinora rimasto inevaso. 

Mario Mele - precisa il comunicato della guardia di finanza - era fuggito dall’Italia nel 2013, quando, per sottrarsi all’arresto dei finanzieri nuoresi, si era recato in Kenya dove ha continuato a fare l’imprenditore nel settore delle discoteche e dei locali alla moda. A Malindi gestiva il club “Pata Pata A Beach Club” che portava il nome della discoteca che lo aveva reso celebre in Sardegna, il cui destino era stato segnato dall’esito degli accertamenti svolti dal nucleo di polizia tributaria di Nuoro.

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Il club di Malindi, situato su una spiaggia dell’oceano indiano - precisa ancora la finanza - era stato arredato e progettato dallo stesso Mele, “il Guru delle discoteche”, come lui stesso amava definirsi sul sito internet dell’esclusivo locale africano.

L’imprenditore sardo, in Italia è accusato in primo luogo di evasione fiscale e le indagini avviate nel 2012 si erano concluse con la scoperta di ricavi non dichiarati per circa 17 milioni di euro e Iva sottratta all’Erario per circa un milione e mezzo di euro. Incassi mai dichiarati al fisco - secono le accuse -, accumulati attraverso la gestione di locali di tendenza dell’isola (il “Buddha del Mar” di San Teodoro, il “Boca Chica” di Nuoro e il citato “Pata Pata” di Budoni) e con l’utilizzo di società create ad hoc e intestate a “prestanome” nonché l’impiego di lavoratori irregolari, la commissione di abusi edilizi, “bancarotte” e reati societari. Per tutti questi motivi, nel 2013, la procura della Repubblica di Nuoro aveva avviato l’iter per l’emissione di un ordine di cattura internazionale, quello oggi, finalmente, eseguito.

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