La Nuova Sardegna

Nuoro

Tepilora, ora si punta sul marchio

di Bernardo Asproni
Tepilora, ora si punta sul marchio

Paci e Spano a Bitti per parlare del futuro del parco e dei finanziamenti

04 aprile 2017
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BITTI. Una nota di speranza si è levato nella sala gremita di amministratori, operatori e rappresentanti delle associazioni durante il Tavolo istituzionale allargato al partenariato economico e sociale della Unione dei comuni del Montalbo in merito al progetto di valorizzazione dell’Area di rilevanza strategica Parco di Tepilora. È stata data dagli assessori regionali alla Programmazione Raffaele Paci e all’Ambiente Donatella Spano mentre i sindaci Giuseppe Ciccolini di Bitti, Roberto Tola di Posada, Giovanni Mossa di Osidda nonchè presidente del Gal Nuorese-Baronia hanno spaziato sull’importanza dell’incontro e sulla programmazione e posto l’accento sulle cose da fare e sulla necessità di un marchio. Gianni Sanna di Bitti, passato dall’ovile alla fattoria didattica, parlando di un “sogno”, ha chiesto lo snellimento della burocrazia. Costantina Boe, di Ceas Veranu di Lula e vicepresidente del Gal, si è soffermata sulla tutela biodiversità e ha posto l’accento sul territorio in grado di esprimere tante potenzialità. Poi l’intervento di Mirko Murgia della Confapi sulla programmazione partendo da esigenze reali mentre Michele Ruiu di Loculi, imprenditore agricolo, dirigente di Fainas, ha parlato soprattutto sulla sostenibilità e inclusione sociale. L’invito di fare rete è venuto anche da Agostino Cicalò. E intanto l’area attorno a Tepilora punta al Marchio Unesco e alla convenzione Ramansar sulle zone umide. In questa fase il Parco di Tepilora conta su 2 milioni e 800 mila. Si è parlato del Piano di rilancio del territorio passando attraverso la cultura, identità, fruibilità dei siti, «i punti di forza su cui il progetto punta per sviluppare una offerta turistica differenziata dal punto di vista sociale, sportivo, ambientale e culturale». Paci ha posto la necessità di esportare le eccellenze evidenziando il turismo come chiave di volta per il futuro, partendo dagli attrattori ambientali, culturali, archeologici, enogastronomici: «Usiamoli per fare turismo e fare impresa, abbiamo una invidiabile sostenibilità ambientale ma dobbiamo avere anche una sostenibilità economica». Quindi vendere i prodotti del territorio, portare i turisti nei paesi dell'interno «ma per quelli che restano in spiaggia allestiamo corner per i nostri prodotto negli alberghi dove alloggiano». Poi l’invito al turismo esperienziale, «portiamo la gente che viene i Sardegna nelle vigne, nei siti archeologici, sarebbe bello se aprissimo cantieri con i nostri operai chiamando allo stesso tempo competenze internazionali che dopo essere stati qui diventino testimonial della bellezza e unicità della nostra terra». L’assessore Donatella Spano, da conoscitrice del territorio. «Abbiamo fatto molto in questo che ha dimostrato una forte autonomia decisionale, sostenuto la candidatura Unesco». Ci sono varie risorse per il territorio. «Alla Regione chiediamo esemplificazione, risorse certe – ha sostenuto Ciccolini – la Regione ci crede. Adesso si partirà con cinque corsi di formazione».

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