La Nuova Sardegna

Nuoro

La poesia nell’Atene sarda, confronto al teatro Eliseo

La poesia nell’Atene sarda, confronto al teatro Eliseo

Dibattito su metrica e rimario nella tradizione popolare delle gare estemporanee In apertura dei lavori omaggio a tziu Antoni Cuccu e alla sua valigia di libricini

31 marzo 2017
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NUORO. Un tributo a tziu Antoni Cuccu: la sua valigia, disposta per l’occasione dal figlio Vittorio, ancora colma dei preziosi libricini, con a fianco un busto donato alla famiglia. È con questa immagine tanto simbolica quanto evocativa che il teatro Eliseo di via Roma ha vissuto un’intera giornata di “Poesia nell’Atene sarda”, questo il titolo del convegno organizzato dall’assessorato comunale della Cultura e dalla Pro loco, con il patrocinio della Fondazione Sardegna e dell’Unesco. Un successo, oltre ogni aspettativa nella giornata mondiale della poesia. Uno spettacolo originale e innovativo, benché nel solco profondo della tradizione, che lascia soddisfatti sia l’assessore Sebastian Cocco sia il consigliere comunale di opposizione, e poeta, Peppe Montesu, politicamente lontani ma stavolta uniti nell’organizzazione dell’evento. Dopo i saluti dell’assessore e un’applauditissima introduzione in limba di Montesu, il convegno è entrato nel vivo con le relazioni sulla metrica di Gianni Pisanu, autore del rimario della poesia sarda, e di Gianfranco Rosa, che ha spiegato l’evoluzione della gara poetica ad opera di uno dei più eccelsi poeti sardi, Antoni Cubeddu di Ozieri, soffermandosi su “sa moda”, canto dedicato al Santo patrono della festa ospitante la gara, che in seguito a una riunione degli improvvisatori, venne poi esclusa dalle gare.

Da qui è partito l’intervento del moderatore Gianluca Bardeglinu, orunese, scrittore, ricercatore delle tradizioni popolari in Barbagia e presidente del Gruppo folk Santu Sidore. È lui che ha recitato i versi di alcuni passaggi delle gare più spettacolari di Cubeddu, Sassu, Sotgiu, Mura e Tucconi, davanti ai familiari dei poeti invitati a presenziare all’iniziativa. Quando ha citato Remundu Piras, un suo nipote è salito sul palco del teatro Eliseo a lodare l’evento.

La prima parte del convegno si è conclusa con la testimonianza della gara offerta dai poeti Agus, Farina e Porcu, accompagnati dal tenore di Orune con il tributo dell’Eliseo a Giovannantonio Carta, poeta improvvisatore nuorese recentemente scomparso, a cui l’organizzazione ha donato una targa ricordo ritirata dai familiari. La seconda parte, dedicata alla memoria e alla divulgazione della poesia attraverso il canto a tenore, si è aperta con la targa donata a Nicola Puggioni, contra del tenore nuorese Santu Predu, accompagnato da Pietro Piga, Pascale Musina e Salvatore Piredda che hanno ricevuto un’ovazione del pubblico quando lo hanno accompagnato sul palco a ritirarla. Un’altra, donata a memoria di tziu Peppanzelu Deiana, storica boche nugoresa, ha introdotto la prima formazione canora formata dal poeta Bannantoni Busio, dal presidente del Gal nonché sindaco di Osidda Giovanni Mossa che con Luca Pira, Francesco Barthaleddu Pintori e tziu Jubanne Tzicchedda, quest’ultimo alla soglia degli ottantacinque anni, hanno dato prova di gran canto accompagnando il minifolk Bustianu Satta di Giuseppe Selloni, che ha ricevuto una targa in memoria della piccola Teresa. Poi l’ultima relazione, di Francesco Fronteddu di Orosei, pregnante, che partendo dalla “Stele di Nora” si è soffermata sui suoi studi, autofinanziati, che lo hanno condotto fino alla Bulgaria alla ricerca delle testimonianze della diffusione della cultura sarda, che ha fatto sì che collaborasse con diverse università estere avvalorando le tesi, già proposte da Frau, che vorrebbero i sardi abili navigatori e non popolo racchiuso nei monti e timoroso del mare. «L’ultima scommessa vinta – dice Gianluca Bardeglinu –, è far sì che Francesco Fronteddu cantasse con Stefano Frau, Stefano e Sandro Pala, formazione coinvolta nell’enciclopedia dei cantori sardi in cui diedero prova di gran canto, confermata poi all'Eliseo».

Bravi i giovani di Fonni diretti da Davide Sonaggia Mureddu e Maurizio Muntone e applauditissima come sempre la maestria canora del tenore di Orune, con Josef Calia, Antoni Gattu e Gianpasquale Farina. Nel finale, applausi ininterrotti per il Gruppo folk Santu Sidore di Orune, orfano del capogruppo Luigi Chessa per una parentesi lavorativa oltre mare. Accompagno dall’armonica a bocca dello stesso Bardeglinu, il gruppo ha ballato al cospetto dei maestri dello storico Folk Studio, presenti nel teatro, ospiti dell'iniziativa.

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