La Nuova Sardegna

Nuoro

Assalti ai blindati con le armi di “Caddina”

Assalti ai blindati con le armi di “Caddina”

I carabinieri stanno approfondendo le indagini sulle rapine ai portavalori: i banditi hanno utilizzato fucili di tipo militare

31 marzo 2017
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NUORO. Kalashnikov, mitragliette Skorpion e anche le sofisticatisisme israeliane Uzi e poi i fucili mitragliatori in uso alle forze armate italiane, senza dimenticare pistole di diverso calibro ed esplosivo. Questa la straordinaria potenza di fuoco messa in mostra dai rapinatori che hanno assaltato decine di furgoni portavalori e caveau di istituti di vigilanza in tutta la Sardegna negli ultimi 10 anni. Armi sofisticatissime che non sono facilmente reperibili neppure nel fiorente mercato clandestino. E invece i banditi sardi ne hanno sempre sfoggiato in quantità industriale, quasi che avessero una fabbrica tutta per loro a disposizione.

Dopo l’arresto di Gianni “Caddina” Mereu, 46 anni, di Orgosolo ma da tempo residente a Traversetolo in provincia di Parma, e di tutti i suoi amici-fornitori di armi e droga, lo scenario sta cominciando a diventare più chiaro. Anche se occorrerà tempo per poter collegare le armi usate per gli assalti ai blindati con quelle fatte arrivare in Sardegna dal 2009 fino a qualche mese fa dall’intraprendente orgolese. Gli investigatori hanno intanto ripreso in mano tutti i fascicoli relativi agli assalti in cui sono state utilizzate armi da guerra.

Fucili di fabbricazione Nato erano stati usati nell’assalto al furgone portavalori sulla 131 vicino a Bonorva e lo stesso mitragliatore era stato utilizzato anche nell’ultimo fallito assalto al blindato sulla 131 Dcn tra il bivio di Oniferi e quello di Orotelli. In quell’occasione si vedono due banditi incappucciati che scendono da una Golf e comimciano a sparare all’impazzata con due fucili mitragliatori.

La scoperta dei collegamenti tra Gianni “Caddina” e gli addetti alle demolizioni di armi del “Cerimant” di Padova ha aperto una squarcio inquietante sulla straordinaria potenza di fuoco della criminalità, non solo sarda. E la scoperta della grande amicizia tra “Caddina” e il calabrese Francesco Riillo è ancora più preoccupante.

Dalle migliaia di intercettazioni fatte dai carabinieri emergono anche altri particolari inquietanti che potrebbe fare luce su alcuni episodi di criminalità accaduti in Sardegna negli ultimi anni. Tra gli altri i due tragici attentati dinamitardi messi a segno in Ogliastra nel 2013 (a Ilbono) e nel 2014 (a Lanusei) quando due macchine erano saltate in aria non appena i conducenti avevano girato la chiave per metterle in moto e tra le intercettazioni ce n’è una tra Rillo e “Caddina” strettamente collegata a questi episodi: Franco Riillo chiede a Mereu “C4 che scoppia con il telecomando, preparame due o tre”. E “Caddina” gli rispose che gliele avrebbe fatto preparare dal compare, aggiungendo: “Hai visto che lavoro che ha fatto in Sardegna? Ha acceso la macchina, come ha girato la chiave..grrh”.

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