La Nuova Sardegna

Nuoro

Svelati i segreti del Sanatorio Zonchello

di Valeria Gianoglio
Svelati i segreti del Sanatorio Zonchello

Un vero bagno di folla per le visite guidate dagli studenti delle scuole superiori cittadine e dai ragazzi di Scienze forestali

27 marzo 2017
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NUORO. Il refettorio riservato alle donne, la sala cinema pronta a trasmettere qualche bel film in bianco e nero, la lavanderia moderna che disinfetta in continuazione i capi dei degenti, i pazienti affetti da tubercolosi, avvolti in copertoni di lana, che vengono accompagnati negli ampi balconi, per qualche istante, a respirare le essenze salubri dei 1200 eucaliptus. Per un’intera giornata, a chi ascolta gli studenti-Ciceroni che accompagnano i visitatori alla scoperta dell’ospedale Zonchello per le giornate del Fai, sembra davvero di riviverlo ai tempi d’oro, il caro vecchio “Sanatorio”.

«Ci troviamo in un edificio razionalista – spiegano, durante il primo tour di visite guidate, gli studenti-Ciceroni della quinta C e quinta E del liceo Classico Asproni – un edificio costruito in epoca fascista e pensato per ospitare i pazienti affetti da tubercolosi. Non dimentichiamoci che in quegli anni, tra la fine degli anni Trenta del Novecento e l’inizio degli anni ’40, la provincia di Nuoro era la prima in Italia per incidenza di tubercolosi. Spesso, i pazienti affetti da questa malattia venivano abbandonati dai loro familiari, qui al Sanatorio, invece, trovavano assistenza, conforto, e riacquistavano la salute».

«Siamo negli anni ’38-’39 quando la struttura viene inaugurata – spiega la docente di storia dell’arte del liceo Asproni, Laura Visentini – Nuoro era da qualche tempo diventata provincia e viveva una stagione straordinaria di bellezza urbanistica e architettonica. Anche lo Zonchello è infatti un edificio bello, solido, funzionale. Ha un’armonia straordinaria di forme e funzioni». «La posizione del Sanatorio – spiegano gli studenti – non è stata scelta a caso. Era poco fuori dalla città, che allora finiva a metà di via Lamarmora. Nel parco che circonda lo Zonchello ci sono 84 specie legnose, per la maggior parte si tratta di eucalipti – ce ne sono quasi 1300. Poi sughere autoctone, lecci, pini e abeti. Le conifere sono state ammesse perché liberano nell’aria essenza preziose per chi ha problemi alle vie respiratorie». Ma oltre allo splendore della natura che lo circondava lo Zonchello, sin dai primi tempi della sua nascita, era celebre per essere una struttura sanitaria all’avanguardia. «Doveva essere autosufficiente in tutto – ricordano, infatti, gli studenti – per evitare contagi o infezioni. Era dotato di cucina con quattro forni, tre refettori distinti, sala cinema, cappella, moderna lavanderia. Le sue stanze hanno visto i primi termosifoni dell’epoca».

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