La Nuova Sardegna

Nuoro

Via libera dalla Regione: «Assunzioni in ospedale»

di Francesco Pirisi
Via libera dalla Regione: «Assunzioni in ospedale»

Evitato lo sciopero dopo un incontro convocato dal prefetto Daniela Parisi Il direttore dell’Ats, Fulvio Moirano, ha rassicurato i sindacati sul futuro dell’Assl

26 marzo 2017
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NUORO. Squarci di luce sul futuro della sanità nuorese. La Regione ha dato il benestare per la copertura dei posti vacanti di infermieri, medici e tecnici di radiologia per gli ospedali di Nuoro e Sorgono. E non è tutto. Nella prima settimana di aprile sarà aperto un tavolo di lavoro tra Fulvio Moirano, direttore dell’Ats (l’Azienda regionale per la tutela della salute) e i sindacati di categoria, nel quale discutere del ruolo dell’ospedale San Francesco all’interno della rete sanitaria isolana. Dentro ci sarà anche l’avvio dell’azienda regionale Areus, per le emergenze e urgenze, la cui sede è stata fissata proprio in città.

La svolta, dopo la stagnazione di questi mesi, è arrivata durante l’incontro convocato dal prefetto di Nuoro, Daniela Parisi, chiamata a mettere a confronto le parti e scongiurare anche lo sciopero del settore. Annunciato lunedì scorso dai responsabili del sindacato durante un incontro in Provincia.

Nella sala riunioni del palazzo del Governo le assicurazioni sull’impegno della Regione per porre fine all’emergenza delle carenze di personale è arrivata dalle parole di Gianni Salis, capo di gabinetto dell’assessorato della Sanità e in questa circostanza plenipotenziario dell’assessore Luigi Arru. Al tavolo con un crono-programma fatto di tappe precise e la comunicazione di un mandato pieno al direttore Moirano per le assunzioni del personale carente nei reparti del San Francesco e in alcuni presidi territoriali, a iniziare dall'ospedale di Sorgono.

Tra gli atti dati per certi la ricomposizione degli organici nelle specialità di chirurgia vascolare e neurochirurgia, con un’attenzione particolare alla "Stroke unit", uno tra gli ultimi nati dei servizi di emergenza, che garantisce l’immediato intervento nei casi di ictus cerebrale ed emorragico. Le stesse attenzioni e operazioni di copertura dei posti vacanti nei reparti di dermatologia, cardiologia (anche per la presenza dell'emodinamica), ortopedia, ostetricia, il blocco operatorio, dove la carenza è soprattutto del personale infermieristico, con numeri inferiori anche del 50 per cento rispetto ai livelli minimi di assistenza delle tabelle regionali.

Un’altra partita nella riorganizzazione complessiva dell’attività sanitaria, anche in questo caso con l’aumento degli operatori, dovrebbe interessare il pronto soccorso dell’ospedale di Nuoro e la medicina territoriale (Adi), quest’ultima chiamata a smaltire una parte delle presenze quotidiane negli ambulatori.

Garanzie dell’assessorato che sono valse la tregua della vertenza dei sindacati, appena conclusa la riunione con il prefetto Parisi.

In questi termini le parole di Giorgio Mustaro (Cisl Funzione pubblica), Sandro Fronteddu (Fp Cgil), Aurelia Orecchioni (Uil Fpl), Mauro Pintore (Nursind), Federico Pinna (Fsi) e Anna Rita Ginesu, presidente della rappresentanza unitaria nella ex azienda sanitaria locale. Posizione affidata a un documento, nel quale si esprime la soddisfazione per «il risultato positivo del confronto». Perché «le richieste sono state accettate per intero dall’assessore regionale che, riconoscendone la fondatezza, ha creato un presupposto importante, così da lasciare intravedere una modalità diversa da quella praticata sinora nella gestione delle problematiche». Atteggiamento del quale i rappresentanti dei lavoratori danno atto all’assessore Arru, pur con tutte le cautele derivanti dal rilievo della posta in gioco, sulla cui attuazione annunciano una verifica puntuale. Si parte dalle emergenze, come ha annunciato il responsabile della sanità regionale. La sua filosofia è di cercare le soluzioni per il territorio della provincia dentro una riorganizzazione complessiva della sanità sarda. Tra i passaggi ricompresi da Luigi Arru nel processo di riordino il taglio dei costi di un settore che oggi vale poco meno della metà dei 7 miliardi e 200 milioni complessivi del bilancio della Regione.

La parola d’ordine è riorganizzazione. Ossia, a dirla con le parole dell'assessore: «Non è pensabile che si continui con un sistema dove tutti vogliono fare tutto. Gli ospedali dovranno essere definiti, e dunque possedere le conseguenti specialità, secondo gradi di complessità. Il vantaggio non è solo economico, ma tocca anche la qualità del servizio, perché se non si fa un minimo di economia di scala e si riesce a creare una certa casistica, la risposta per il paziente risulterà non adeguata alle necessità».

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