La Nuova Sardegna

Nuoro

Dionigi Deledda ritorna a Orgosolo da sindaco

Dionigi Deledda ritorna a Orgosolo da sindaco

Allontanato dal paese il 24 dicembre e poi sospeso dall’incarico il 23 gennaio È coinvolto nell’inchiesta sulle elezioni comunali 2016 e le presunte firme false

25 marzo 2017
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ORGOSOLO. «Finalmente sono tornato a casa, ma soprattutto nel mio paese. È stata dura, sono stati due mesi e mezzo terribili, ma almeno per ora è finita» Dionigi Deledda è nuovamente sindaco di Orgosolo. Da ieri, quando gli è stato notificato il provvedimento della Prefettura che ha disposto il reintegro nella carica dalla quale era stato sospeso il 23 gennaio.

«Dove sono le chiavi dell’ufficio?» ha chiesto a un impiegato che si era fermato in Comune ad aspettarlo. E subito dopo Dionigi Deledda le ha infilate nella toppa ed è tornato in possesso della sua scrivania e della sua poltrona con alle spalle un enorme dipinto della grandissima pittrice sassarese Liliana Cano. «Aspettate, che apro le finestre c’è troppo buio qui dentro e invece voglio che in questa stanza e in tutto il Comune entri la luce perché non ho proprio niente da nascondere. Così come spero che su Orgosolo ora ritorni a splendere il sole – ha esordito il sindaco con un sorriso smagliante, in giacca blu su camicia celeste molto casual –.È bello il mio paese, ma ha perso due mesi e mezzo di vita e ora bisogna correre per recuperare il tempo perduto. Lunedì ci sarà la seduta comunale durante la quale sarà comunicato in maniera ufficiale a tutta la comunità il mio reintegro e la ripresa dell’attivitàù amministrativa. E poi abbiamo previsto una nuova convocazione per giovedì per l’approvazione del bilancio» ha spiegato Dionigi Deledda, cercando di lasciarsi alle spalle le disavventure di questi ultimi mesi.

Ma non è semplice dimenticare, cancellare tutto con un colpo di spugna, anche perché le varie inchieste nelle quali è coinvolto sono ancora in corso. «Sono divorato dall’amarezza – ha aggiunto il reintegrato sindaco di Orgosolo –. Ancora non riesco a capacitarmi di quel che mi sta succedendo e perché ci sia questo accanimento nei miei confronti. E non da parte della magistratura e degli inquirenti, sia ben chiaro, che stanno svolgendo i loro compiti con la massima trasparenza, come è giusto che sia – ha sottolineato Dionigi Deledda –. Le accuse nei miei confronti continuo a ritenerle ingiuste e sono certo di riuscire a provare la mia estraneità ai fatti per i quali vengo accusato. A giugno 2016 ho soltanto fatto quel che la legge mi consentiva di fare: candidarmi a sindaco e presentare una lista. Contemporaneamente è stata presentata un’altra lista, non certo da me – ha continuato il sindaco di Orgosolo –. Gli orgolesi mi hanno votato e sono stato rieletto. Forse proprio questo non è piaciuto a qualcuno e da quel momento sono cominciati i miei guai. Ma ora non è il momento di alimentare polemiche, perché il mio paese sta soffrendo. Già nei prossimi giorni – ha spiegato Deledda – chiederò conto della situazione delle strade. Orgosolo è quasi isolato e i pastoriu hanno difficoltà a raggiungere le loro aziende. Dove sono i fondi per le alluvioni? Occorre intervenire immediatamente. E poi – ha concluso – chiederò al presidente della Regione e ai vari assessori i motivi per i quali si sono ricordati di fare i lavori nelle dighe di Olai e del Govossai quando gli invasi erano al massimo della capienza, disperdendo così decine di milioni di litri d’acqua».

Una dichiarazione di guerra politica, dopo aver combattutto per oltre due mesi nelle aule dei tribunali, assistito dagli avvocati Ivano Iai e Marco Basolu che sono riusciti a farlo tornare alla guida del Comune.

Perché in paese, a casa sua, Dionigi Deledda era già tornato dal 2 marzo, non appena il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Nuoro, Claudio Cozzella, aveva disposto la revoca dell’obbligo di dimora a Orgosolo. Fino a quel giorno, era stato ospite di parenti a Nuoro. Poi Deledda era rientrato nel suo paese, dove era rimasto in attesa del provvedimento di reintegro alla carica di sindaco dalla Prefettura, anche se la revoca della misura cautelare aveva fatto cadere automaticamente la sospensione dalla carica di sindaco applicata in base alla legge Severino. (plp)

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