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Minoranza all’attacco: «Il sindaco snobba l’opposizione»

Minoranza all’attacco: «Il sindaco snobba l’opposizione»

OROTELLI. Strascichi polemici da parte della minoranza del gruppo “Obiettivo comune” al termine della seduta del consiglio comunale di Orotelli che si è tenuta nei giorni scorsi. Sotto accusa la...

22 marzo 2017
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OROTELLI. Strascichi polemici da parte della minoranza del gruppo “Obiettivo comune” al termine della seduta del consiglio comunale di Orotelli che si è tenuta nei giorni scorsi. Sotto accusa la maggioranza e il sindaco, Nannino Marteddu, che avrebbero condotto la riunione in modo frettoloso e tutt’altro che democratico. «Non ci riferiamo – si legge in una nota – allo sgarbo istituzionale della maggioranza che ha iniziato la seduta senza la presenza della minoranza, ma alla situazione comatosa della maggioranza stessa. La riunione del Consiglio – spiegano i consiglieri di “Obiettivo comune”, Luisa Carta, Massimo Pudda, Sonia Sini e Francesca Marteddu – era prevista per le 16 del 10 marzo 2017. Alle 16,20 la maggioranza aveva già evaso cinque punti all’ordine del giorno. Sembrerebbe una maggioranza smart che produce delibere a gran velocità. Si è trattato, invece, dell'ennesima dimostrazione della scarsa propensione al dialogo e della sindrome del braccio alzato, degno delle adunate del ventennio, della quale soffrono il sindaco e i consiglieri della maggioranza. Ancora una volta, infatti, abbiamo assistito al rito del sindaco che legge pedissequamente quanto gli propinano gli uffici, seguito poi da un gruppo di consiglieri che, per riflesso incondizionato, alzano il braccio senza alcun margine per la discussione». I consiglieri dell'opposizione si riferiscono, in particolare, al punto all’ordine del giorno sulla Tari. «Da novembre scorso – spiegano nella nota – avevamo denunciato l'aumento ingiustificato dei costi del servizio con un aumento medio delle bollette del 30%. Per tutta risposta, dopo ben tre mesi, il sindaco, nel corso della seduta, ha letto 20 righe scarne prodotte dall’ufficio ragioneria. Noi, invece, ci aspettavamo una risposta politica che non c’è stata. Nell’interrogazione, avevamo denunciato la scelta scellerata di quantificare nei costi e, quindi, nelle bollette dei contribuenti, il mancato gettito degli anni 2014 e 2015 per un importo di 20mila euro. Ora – prosegue la nota – di fronte a questa situazione, anziché perseguire gli evasori con l'emissione di un ruolo coattivo, è stata fatta la scelta di spalmare i costi delle bollette non pagate negli anni precedenti tra i contribuenti virtuosi, secondo un processo perverso in cui pagano sempre gli stessi. È stata fatta – conclude la nota di “Obiettivo comune” – una scelta di stampo ragionieristico perché non si ha la capacità di produrre scelte politiche». (f.s.)

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