La Nuova Sardegna

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Nasce il Distretto del Fiore sardo

di Michela Columbu
Nasce il Distretto del Fiore sardo

Primo incontro per la presentazione del progetto di filiera

21 marzo 2017
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OLLOLAI. Pastori, esercenti pubblici e operatori economici in genere dei Comuni di Ollolai e Olzai. Sono loro che sono chiamati alla prima delle quattro riunioni organizzative per il progetto di costituzione del Distretto del Fiore sardo, prodotto del pastoralismo. L’appuntamento è per il 23 marzo alle 10:30 nella sala consiliare del comune di Ollolai. Il progetto, nato in seno all’Unione dei Comuni Barbagia, punta a raggruppare tutti i protagonisti della filiera e studiare le possibili soluzioni per promuovere un prodotto d’eccellenza e che si fregia del marchio Dop.

«Si tratta – spiega Efisio Arbau, sindaco di Ollolai, Comune capofila – di uno strumento legislativo regionale innovativo che si può istituire grazie alla legge 16 del 2014, necessario per attivare la filiera produttiva del formaggio Fiore sardo e per promuovere una serie di attività connesse che potranno essere finanziate con diversi strumenti regionali, statali e comunitari. Iniziativa, peraltro, che sfrutterà l’importante riconoscimento internazionale di cui si fregia il pastoralismo: patrimonio dell’Unesco». Dal punto di vista giuridico si tratta di un distretto agroalimentare di qualità individuato in un contesto territoriale omogeneo che segue l’idea di una programmazione territoriale e produttiva con il sostegno degli enti pubblici locali. Per rendere più agevoli le pratiche di costituzione è stata coinvolta Laore, che farà da animatore negli incontri in programma. Infatti la legge regionale disciplina la costituzione del Distretto e il suo avvio, sottoponendoli a tempi precisi in stretta connessione con la Regione: questo significa che una volta avviato, i soggetti aderenti dovranno presentare un progetto dettagliato che dovrà contenere obiettivi, grado di coinvolgimento delle imprese, e “l’indicazione delle sinergie e delle integrazioni con altri strumenti comunitari, nazionali e regionali di intervento”. Già nei precedenti incontri che hanno dato avvio al percorso, si sono registrate le adesioni di numerosi pastori del territorio, oltre che di diversi operatori economici che vedono nell’idea una possibilità di creazione di nuovi circuiti economici.

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