La Nuova Sardegna

Nuoro

Invasione di ghiandaie nel monte Ortobene

di Valeria Gianoglio
Invasione di ghiandaie nel monte Ortobene

Il comitato Ultima spiaggia e l’esperto Andrea Lutzu lanciano l’allarme «Stanno sterminando gli animali, bisogna intervenire al più presto»

20 marzo 2017
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NUORO. Gli esperti di avifauna, le definiscono “intelligenti, subdole e devastatrici”, e talmente infestanti da aver decimato, in poco tempo, i poveri uccellini che popolavano il monte Ortobene. Tanto che adesso, attraverso il comitato Ultima spiaggia, che da qualche anno si occupa di rianimare la cima più cara ai nuoresi, lanciano un appello deciso per fermare il killer che sta sterminando i piccoli volatili nel polmone verde di Nuoro: la ghiandaia. «Bisogna intervenire al più presto – dicono il presidente del comitato, Antonio Costa, e l’ex dipendente dell’Ente Foreste e grande esperto di fauna, Andrea Lutzu – la Provincia e tutti i soggetti competenti devono lanciare un piano di controllo di questa specie di corvide, perché altrimenti, di qui a poco tempo, farà ancora più terra bruciata al monte Ortobene». Non sono i cinghiali, dunque, i veri re della natura che si domina dalla statua del Redentore. La vera padrona, per ora incontrastata, dei circa 2500 ettari del Monte, si chiama ghiandaia. Ne sa qualcosa Andrea Lutzu, che da tempo non solo collabora con il comitato Ultima spiaggia, ma, con tanto di diploma di “Coadiutore faunistico”, segue con attenzione l’evolversi della situazione-volatili negli ettari dell’Ortobene. Tra una passeggiata, una escursione e l’altra, Andrea Lutzu lo ha notato a poco a poco: «Stanno sparendo i cosiddetti “uccelli da canto”, ovvero cardellini, canarini e fringuelli. Stanno sparendo anche le pernici. E gli autori di questa strage sono conosciuti: sono le ghiandaie, della famiglia dei Corvidi. Sono così affamate e cattive che mangiano i nidi e attaccano anche i gli uccellini appena nati. Non guardano in faccia nessuno e sono così astute che, prima di attaccare i nidi, aspettano che che siano andati via gli uccelli più grandi e poi si dirigono verso il nido e mangiano i piccoli ». Non bastava, dunque, la scorsa nevicata e l’ondata di gelo: dopo il maltempo, a dare il vero colpo di grazia agli uccellini da canto e alla loro nidiata, ci hanno pensato le ghiandaie e i loro più stretti parenti del mondo animale come le cornacchie. «Lo stiamo notando da diverso tempo, ormai – continuano Andrea Lutzu e il presidente del comitato Monte Ortobene, Antonio Costa – è stato un crescendo: la presenza di questi corvidi è stata devastante. Stanno sterminando i nidi, si cibano di ogni cosa, in particolare dei piccoli uccelli. Stanno divorando anche le pernici, tant’è che non se ne vedono quasi più». «Predano tutto – aggiunge Lutzu – persino le uova dei falchetti. Sono intelligentissime: c’è chi li ha sentite persino imitare alla perfezione lo squillo di un telefonino. Riescono a mimetizzarsi e a cammuffare il loro gracchiare, e poi partono all’attacco. Senza un piano di controllo organizzato, tuttavia, non si può arrestare il loro dilagare. E solo la Provincia può metterlo in moto». Come primo passaggio, secondo Lutzu, ci vorrebbe un censimento della specie fatto con tutti i crismi: bisogna capire quante ghiandaie ci sono al Monte e poi, sulla base di quel numero, programmare un intervento di controllo. E per farlo sono necessarie trappole e prelievi mirati. «Come comitato sollecitiamo e attendiamo una risposta dalla Provincia e da tutti gli enti competenti – aggiunge, in conclusione, Antonio Costa – perché il monte Ortobene va tutelato anche sotto l’aspetto della fauna. Ci auguriamo che qualcuno intervenga al più presto».

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