La Nuova Sardegna

Nuoro

Pullman vietati ai disabili L’Arst ora corre ai ripari

Pullman vietati ai disabili L’Arst ora corre ai ripari

Macomer, proteste degli utenti che devono recarsi nelle strutture sanitarie L’azienda: «Per mettere a disposizione mezzi adatti è necessario prenotare»

18 marzo 2017
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MACOMER. Pullman Arst vietati ai disabili. Su quelli più vecchi hanno difficoltà a salirci anche gli anziani. Per chi ha problemi che limitano l’autonomia è impossibile. Su quelli dotati di pedana, se funziona, spesso mancano le cinture per fissare le carrozzelle che consentono mobilità e autonomia a chi è impedito dall’handicap. Il problema è stato sollevato dai familiari di persone disabili che si affidano al trasporto pubblico per gli spostamenti. C’è chi viaggia dai paesi della zona a Macomer e chi per diverse esigenze deve andare a Nuoro, o più semplicemente a Bosa nella stagione balneare, ma quando la carrozzella deve salire sul pullman è sempre un’impresa. Non va meglio con i treni.

Non è un gioco salire su una carrozzina e mettersi nei panni di un disabile. Non è facile, e nemmeno divertente. Le difficoltà motorie si moltiplicano quando chi ne è affetto ha a che fare col trasporto pubblico, non solo quello locale, ma anche con i collegamenti con i centri principali dell’isola, dove ci sono le strutture sanitarie più importanti che un portatore di handicap è costretto a raggiungere con mezzi privati. «Il pullman che va a Nuoro – spiegano i familiari di persone disabili – dipende da Sassari. A volte c’è la pedana, ma non c’è la cintura che blocca la carrozzella. La soluzione a quel punto siamo noi che li accompagniamo». Giovanni Cossu ha 66 anni. È un disabile di Silanus che vive a Bosa. Da oltre un decennio è costretto su una sedia a rotelle elettrica che gli consente di spostarsi autonomamente. «Sui mezzi pubblici è impossibile – dice –. Al pullman ci ho rinunciato. Non ci sono pedane nè montacarichi. Spesso devo fare visite ed esami a Macomer, Sassari e Cagliari. La soluzione è di chiamare mia sorella perché mi accompagni. Le segnalazioni rimangono inascoltate. Segnaliamo, ma se ne fregano».

Sull’inaccessibilità del trasporto pubblico per i disabili si batte l’Astud’Han, l’Associazione per la tutela degli handicappati. «È il problema solito e la battaglia dura da anni – dice il presidente Marco Aresu –. Sui treni per Calgiari e Sassari e la stessa cosa: c’è una procedura complessa e umiliante. Il disabile è quasi un fastidio. Ci sono i contributi per agevolarne la mobilità, ma non si fa nulla. Quando si guasta una pedana passano mesi prima che la riparino. È una battaglia che abbiamo vinto solo sulla carta. Abbiamo dei diritti, ma ci trattano da poveracci. Quando solleviamo il problema sembra quasi che riguardi altri. Quando poi tocca un familiare di chi amministra si fa tutto e subito». Marco Aresu conosce la situazione dei pullman inaccessibili. «Ho ricevuto anch’io delle lamentele – dice –. Mi attiverò presso l’Arst per chiedere perché un disabile non possa fruire del servizio pubblico come tutti». La risposta dell’Arst. «Arst dispone di circa 180 bus attrezzati per disabili, distribuiti sul territorio regionale, che non costituiscono la totalità del parco autobus. Al fine di garantire a tutti la possibilità di viaggiare, è perciò necessario prenotare il viaggio – si legge in una nota –. Eccetto le situazioni dove è noto che viaggiano con regolarità passeggeri che necessitano di bus attrezzati (studenti che viaggiano ogni giorno sulla stessa tratta) e per le quali è garantito giornalmente il servizio, in tutte le altre, come stabilito nella Carta della Mobilità, bisogna comunicare almeno 48 ore prima alla sede territoriale o all’ufficio movimento gli orari delle corse che intendono utilizzare, in modo che il servizio possa organizzarsi e garantire l’uso di bus idonei. Questo vale ovviamente anche per le linee da e per Macomer». (t.g.t.)

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