La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, la moda sfila sulla passerella del carcere

di Pier Luigi Piredda
Nuoro, la moda sfila sulla passerella del carcere

A Badu e’ Carros «Si vive una volta sola», un incontro sui disturbi alimentari che ha fatto evadere i detenuti con la mente

17 marzo 2017
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NUORO. Hanno applaudito, hanno fischiato, hanno fatto il tifo, hanno sorriso e gioito. Ma soprattutto hanno vissuto. I detenuti del carcere di Badu ’e Carros hanno vissuto una giornata diversa, che gli ha fatto dimenticare per qualche di avere intorno un muro altissimo, le sbarre alle finestre e un agente in divisa che ogni giorno chiude le porte delle camere e si porta via le chiavi lasciando all’interno nella più cupa solitudine chi un giorno ha sbagliato e ora sta pagando il conto con la privazione della libertà.

Detenuti. Persone che per un pomeriggio hanno riassaporato momenti di felicità dimenticata e chissà quante volte sognata.

Un paio d’ore di gioia e spensieratezza prima di ritornare al solito triste quotidiano rituale del carcere. Grazie a un’iniziativa dell’associazione “Si vive una volta sola” di Nuoro che ha portato a Badu ’e Carros esperti di alimentazione e di psicologia, ma soprattutto ha organizzato una sfilata di moda con protagonisti alcuni detenuti e improvvisate modelle dell’associazione che ha raccolto applausi e tifo da stadio.

Una manifestazione che ha stupito anche gli addetti ai lavori, a cominciare dalla direttrice Silvia Pesante, passando per il garante dei detenuti Gianfranco Oppo, il cappellano e gli agenti penitenziari che hanno condiviso con i detenuti le stesse emozioni.

Commoventi gli applausi, gli ululati e i fischi che hanno accolto Mario, James, Marcello, Luigi e gli altri detenuti che si sono prestati a fare i modelli e hanno sfilato su una passerella improvvisata: un tappetto colorato con intorno tanti palloncini. Gli uomini con capi di Armani e altri stilisti famosi, messi a disposizione dal negozio “Sotgiu store” e “Dadea” di Nuoro. Le modelle, invece, con indosso abiti realizzati innanzitutto nel laboratorio di sartoria “Nero Luce” che opera all’interno del carcere femminile di Rebibbia e altri capi messi a disposizione dagli atelier “Malupier” di Orosei, “Giovanna Corraine” di Nuoro e “LIa Zedde” di Nuoro e preparate per la sfilata dall’acconciatrice Sara Zucca e dalle estetiste Alessia Secci e Caterina Soro di Orosei.

Ma prima del momento di festa, era stato approfondito l’argomento al centro dell’iniziativa: i disturbi alimentari e il disagio psicologico in carcere. A organizzare l’evento è stata l’associazione “Si vive una volta sola” di Nuoro presieduta da Sara Gungui, che ha coordinato la manifestazione con la collaborazione di Francesco Guccini, ex assessore comunale e da sempre molto vicino ai problemi dei più deboli. «Siamo soddisfatti al limite della commozione – hanno spiegato Guccini e Gungui al termine della serata –. Abbiamo una vita sola e dobbiamo viverla al meglio. Questo ha voluto essere un messaggio di speranza. L’associazione è impegnata su temi delicati, dando voce e coinvolgendo gli ultimi attraverso campagne di sensibilizzazione che mettono in luce problemi spesso nascosti».

A cominciare dai disturbi legati all’alimentazione. «Anoressia e bulimia sono malattie silenziose, invisibili se non per gli effetti che si insinuano nei labirinti della mente e azzerano la volontà minando il fisico fino a distruggerlo – hanno continuato Guccini e Gungui –. E in carcere la psiche subisce pressioni legate alla prigionia e alla solitudine e quindi il terreno è più fertile per quei fattori che scatenano i disturbi alimentari. Se l'anoressia uccide silenziosa – hanno concluso Sara Gungui e Francesco Guccini – la miglior cura è la solidarietà e il dialogo». Su questi argomenti si sono soffermate le psicologhe Maria Rita Bellu e Rosalba Cicalò del Serd di Nuoro. Poi, Renato Pischedda e Silvio Comida hanno dato il via alla festa, aperta dalle canzoni del cantante nuorese Antonello Delogu e conclusa tra gli applausi e gli abbracci. Il carcere per un giorno luogo di gioia e di speranza.

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