La Nuova Sardegna

Nuoro

Talana, aziende bloccate per paura della peste suina

di Lamberto Cugudda
Talana, aziende bloccate per paura della peste suina

Vietato movimentare i maiali a causa di un focolaio trovato a dieci chilometri Tra le attività a rischio di chiusura una con 280 suini, 400 capre e 55 mucche

10 marzo 2017
3 MINUTI DI LETTURA





TALANA. Della sua azienda modello di allevamento di maiali (con 10 ettari recintati, oltre agli altri terreni liberi) capre e mucche, ubicata nella zona di Arbuleu, a non molta distanza dalla strada provinciale 56 che collega Talana con la piana di Lotzorai, Stefano Arzu, 43 anni, ne ha fatto la ragione di vita. «Ma da oggi – afferma l’allevatore talanese – non potrò più movimentare i miei suini, per nessun motivo, perché faccio parte delle 200 aziende che, nel raggio di 10 chilometri in linea d’aria dalla zona in cui è stato trovato (a monte di Talana, mentre l’azienda di Arzu è molto a valle, a 10 chilometri da Lotzorai e a 13 da Talana ndr), un maiale infetto dalla peste suina. E io, che vivo vendendo i miei maiali (ora ne ha circa 280) a ristoranti, agriturismo e altri, vengono messo con il sedere per terra. Ma è mai possibile che la Regione non trovi alcuna via reale per la eradicazione di questo flgello?». Per Stefano Arzu i problemi pare non debbano avere fine. «Oltre a me – precisa l’allevatore talanese – nell’azienda, che sorge su terreni comunali per i quali pago regolarmente l’affitto, lavorano due dipendenti. Ma ora, considerato che non si sa quanto potrà durare questo nuovo blocco alla movimentazione, ho già detto loro che non ho soldi per pagare il salario. Già nel 2013 e nel 2014 la mia zienda, come tante altre, rimase bloccata per tanti mesi, sempre perché rientrava nella zona di sorveglianza in seguito a un altro focolaio di Psa. Ma se non posso vendere i maiali, come posso vivere? L’azienda venne creata da mio padre, ma prima di indebitarmi fino al collo a causa di questi blocchi, la chiudo. E porto i maiali di fronte al palazzo della Regione, in viale Trento a Cagliari». L’allevatore talanese prosegue: «Non pagano per “benessre animale”, i contributi comunali non arrivano, ho avuto gravi danni dalle nevicate e dal maltempo di gennaio (sono morti 11 vitelli, 6 mucche e numerose capre) e ora, non so dove trovare i soldi percomprare il necessario per dare da mangiare ai 280 maiali, alle 400 capre e alle 55 mucche». Stefano Arzu è veramente imbufalito e ricorda che deve anche pagare, con regolarià, le rate per l’acquisto di due trattori. «Se uno, come è il mio caso – conclude – ha un’azienda che è in regola su tutto, perché deve arrivare alla sua chiusura se è stato trovato un maiale infetto in un raggio di 10 chilometri in linea d’aria? Ma in Regione, queste cose le capiscono? Ricordo alla giunta regionale che all’ultima manifestazione di Coldiretti tenutasi a Cagliari, ero stato io a salire da loro e a pestare i pugni sul tavolo della stessa giunta. Sono oramai 26 anni che lavoro per questa azienda e prima di chiuderla porto tutti i maiali sotto il palazzo della Regione».

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative