La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Marghine rischia di perdere altre tre scuole dell’obbligo

Continua l’emorragia di abitanti: in quindici anni Bolotana ha perso il 18,8 per cento della popolazione Tra le cause dello spopolamento il calo delle nascite e la fuga dei giovani: età media sempre più alta

09 marzo 2017
3 MINUTI DI LETTURA





MACOMER. In tre paesi c’è solo la scuola materna e in altri tre rischia di chiudere la scuola dell’obbligo. Il Marghine perde popolazione e servizi. Macomer da un decennio non è più il secondo centro della provincia di Nuoro. L’ha superata Siniscola, che ha più di 11.400 abitanti. Macomer a fine anno scenderà sotto i diecimila.

L’incontro sullo spopolamento tenuto nei giorni scorsi a Silanus per iniziativa dell’associazione “Nino Carrus” ha fotografato in termini generali gli aspetti socio-economici e politici del fenomeno. Entrando però nelle realtà dei territori si ha la dimensione tangibile della realtà: età media in crescita, tasso di natalità in calo e perdita di abitanti. I paesi della zona non si estingueranno nei prossimi 20 anni e forse neppure fra mezzo secolo, ma il rischio di andare incontro a un’anoressia demografica è altissimo. Alla fine del 2015 i dieci comuni del Marghine contavano 22.282 abitanti (dati Istat). Al 30 settembre del 2016, nove mesi dopo, l’Istituto di statistica ne ha contati 22.081 con una perdita di popolazione dell’uno per cento in meno di un anno.

Il paese che in 15 anni (dal 2001 al 2015) ha perso in percentuale più abitanti è Bolotana: meno 18,8 per cento. L’emorragia demografica di questo Comune è causata in parte dal calo delle nascite, ma anche e soprattutto dal fatto che i giovani se ne vanno. Il dato sull’età media della popolazione (49,8) la dice lunga su chi rimane. E non è rassicurante il numero degli stranieri in crescita, 45 nel 2015 per la gran parte marocchini. Il sindaco di Bolotana, Francesco Manconi, è intervenuto all’incontro di Silanus dove ha detto in modo chiaro che di fronte a questi problemi la Regione è assente. «Le proposte emerse dagli interventi – ha detto – possono essere interessanti, ma è come curare un tumore con l’aspirina. Va bene abbellire un paese, ma senza servizi e senza lavoro la gente se ne va. Fare le facciate e cambiare aspetto eliminando le brutture del non finito è utile, ma serve altro. Ci sono le risorse del Piano di sviluppo rurale, soldi europei che finiranno nel 2020, ma la Regione non fa i bandi e tanti giovani che hanno dei progetti alla fine mollano e se ne vanno».

Le cose non vanno meglio a Dualchi, che da anni non ha più le scuole elementare e media. In 15 anni ha perso il 18,2 per cento degli abitanti. Alla fine del 2015 erano 516. Oggi sono di meno. L’età media della popolazione è di 51 anni. Dualchi dopo Gadoni è il secondo comune della provincia di Nuoro con l’età media più alta. Nei comuni più piccoli della zona, quelli con meno di duemila abitanti, anche il servizio postale è a singhiozzo. Il portalettere non passa più tutti i giorni e in alcuni l’ufficio apre a giorni alterni. Anche la banca ha iniziato a ritirarsi dai paesi più piccoli riducendo i servizi al minimo. A Lei e a Noragugume da anni non c’è più neppure la caserma dei carabinieri. Ma c’è chi sta peggio. Mulargia, frazione di Bortigali, conta poco più di 60 abitanti. L’unico servizio di cui dispongono (ne avrebbero fatto anche a meno, ma non è possibile) è il cimitero. Non hanno neppure l’acqua potabile perché quella che eroga Abbanoa non si può bere per gran parte dell’anno. Non c’è un negozio, non ci sono scuole, non c’è ambulatorio medico e neppure un armadio farmaceutico. Tanta l’aria pura da respirare a pieni polmoni, ma non si vive di sola aria, e poi a un paio di chilometri in linea d’aria c’è la discarica di Monte Muradu. (t.g.t.)

In Primo Piano

Video

Sassari, il sindaco Nanni Campus: «Il 25 aprile è stato strumentalizzato, anche io ho ceduto sbagliando clamorosamente»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative