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Nuoro

Fece esplodere un gabbiano il gup dice no al patteggiamento

Fece esplodere un gabbiano il gup dice no al patteggiamento

Siniscola, a giudizio il 26enne Danilo Fadda: aveva ucciso l’animale legandogli un petardo al collo Soddisfatto il legale dell’Enpa: «Una decisione coraggiosa. È una vicenda di una crudeltà disumana»

15 febbraio 2017
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SINISCOLA. Niente patteggiamento per il ventiseienne Danilo Fadda, il pescatore accusato di aver immobilizzato un gabbiano, colpevole di essere approdato sulla sua imbarcazione, e di avergli legato al collo un petardo. Dopo aver acceso la miccia, il pescatore aveva liberato l’uccello che era esploso in volo. Non contento, Danilo Fadda aveva ripreso tutta la scena con il suo telefonino e aveva pubblicato il video su Youtube, divenuto virale in poco tempo.

L’episodio, che risale al gennaio dello scorso anno, aveva avuto come teatro le acque del golfo di Orosei.

«Una vicenda terribile, di una crudeltà disumana», dice Claudia Ricci, l’avvocato dell’Enpa, l’ente nazionale per la protezione degli animali, che si è costituito parte civile.

Ieri il giudice per l’udienza preliminare Claudio Cozzella ha rigettato la proposta di patteggiamento formulata dalla difesa, il legale Giuseppe Casu, in accordo con il pubblico ministero. Per il giudice si sarebbe trattato di una pena non congrua, troppo blanda per una condotta così grave, «che desta un notevole allarmismo sociale».

Visto il rigetto della richiesta di patteggiamento, la difesa ha chiesto al gup il rito abbreviato, condizionato alla perizia di un consulente balistico su un petardo simile a quello utilizzato dall’imputato. Il punto da risolvere, infatti, è stabilire se il petardo col quale è stato fatto esplodere il povero gabbiano sia un normale petardo oppure un esplosivo la cui vendita è vietata ai minorenni e per il cui utilizzo è necessario essere in possesso di uno speciale patentino. Il processo è stato rinviato a marzo per il conferimento dell’incarico al consulente nominato dal giudice.

«La decisione del giudice di rigettare la richiesta di patteggiamento è stata coraggiosa – commenta l’avvocato Claudia Ricci, che rappresenta l’Enpa – Il magistrato ha sottolineato la gravità della condotta del giovane e l’allarmismo che destano episodi simili. Una persona che compie gesti così crudeli contro un animale è capace anche di gesti efferati contro le persone. Non sono bravate, sono condotte pericolose. Ancora più gravi se l’autore, come in questo caso, si vanta di aver fatto una cosa terribile, addirittura pubblicando un video su Youtube ». Ed è proprio grazie alla pubblicazione di quel video che i carabinieri di Siniscola erano riusciti a risalire ai proprietari della barca e a dare un volto e un nome all’autore di un gesto così odioso. «L’eccellente attività investigativa portata avanti dai carabinieri di Siniscola ha permesso di risolvere velocemente il caso e per questo siamo grati all’Arma – sottolinea l’avvocato – Bisogna ricordare a tutti che gli animali, domestici o selvatici, non sono oggetti dei quali si può fare ciò che ci piace – conclude Ricci – e non possono essere maltrattati in questo modo». (g.z.)

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