La Nuova Sardegna

Nuoro

Una medaglia in ricordo di chi disse “No” ai nazisti

di Valeria Gianoglio
Una medaglia in ricordo di chi disse “No” ai nazisti

La prefettura assegna un riconoscimento alla memoria di Francesco Masuri Moncelsi (Istasac): «Uomo probo, scelse di non far parte dell’esercito tedesco»

03 febbraio 2017
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NUORO. Dorgalese, classe 1920, artista dall’animo sensibile, padre affettuoso. È scomparso tempo fa, Francesco Masuri, ma il ricordo della sua vita e delle sue scelte coraggiose – come quella di rifiutare l’adesione all’esercito nazista e di pagare le sue decisioni con la deportazione e i lavori forzati – sono stati capaci di sfidare il tempo e persino la morte. La prefettura, nel corso di una cerimonia dai toni semplici ma carichi di significato, ha voluto dedicargli infatti un importante tributo: è la medaglia d’onore alla memoria. La proposta di assegnare a Francesco Masuri l’importante riconoscimento è figlia di una scoperta casuale fatta dalla docente e responsabile dell’Istasac, Marina Moncelsi.

Lo ha raccontato lei stessa, nel corso della cerimonia voluta dal viceprefetto Vincenzo D’Angelo, alla presenza dei vertici delle forze dell’ordine provinciali, del sindaco di Dorgali, Maria Itria Fancello, e della figlia di Francesco Masuri, Pietrina, preside dell’Itc Satta di Biscollai. «Tempo fa, durante un incontro promosso dall’Itc “Salvatore Satta” sui tanti prigionieri sardi rinchiusi nei lager tedeschi dal 1943 al 1945, ebbi casualmente conoscenza di un altro nome da aggiungere al già lungo elenco di Imi in nostro possesso. Come Istasac, da tempo ci stavamo occupando degli Internati Militari cioè di quanti, fatti prigionieri dai tedeschi dopo l’8 settembre ’43, scelsero di non far parte dell’esercito nazista ormai nemico del Paese. Il nome di Francesco Masuri, classe 1920, da Dorgali, ci fu fatto dalla figlia Pierina, che ci disse anche di avere pochi documenti oltre ai racconti del padre sulla sua prigionia, e agli insegnamenti di vita di uomo probo, coerente, libero, ma anche sensibile artista».

Da quella scoperta casuale, dunque, Marina Moncelsi decide di approfondire la storia di Masuri: scava tra i documenti dell’archivio militare di Oristano, recupera carte e documenti. Scopre che Masuri era partito come soldato nel 19esimo Reggimento Cavalleggeri Guide (squadrone Albania), e poi, dopo l’armistizio dell’8 settembre del ’43, si rifiutò di aderire all’esercito tedesco e per questo venne caricato in un treno merci e trasferito in Germania, dove sarà costretto a lavorare in una fabbrica di armi, dove farà i conti con il gelo e la fame. Riuscì a tornare a casa sua, a Dorgali, solo nell’estate del 1945, dopo 4 anni di assenza. Negli ultimi giorni, in particolare, Marina Moncelsi e Aldo Borghesi, dell’Istasac, sono stati protagonisti di diversi altri incontri nelle scuole di Gavoi, Ilbono,Teti, Fonni, per ripercorrere il filone della memoria.

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