La Nuova Sardegna

Nuoro

processo

Una coppia accusata di stalking giudiziario

Con atti persecutori avrebbero molestato un vicino fino a costringerlo a vendere la casa

25 gennaio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Il reato è stalking giudiziario (l’abuso del diritto giudiziario utilizzato come strumento per mettere in atto una vera e propria persecuzione) ed è stato contestato a una coppia di Novaledo, con abitazione a Cala Gonone, accusata di aver molestato in maniera reiterata, un vicino di casa, Athos Galbiati, cagionandogli stato d’ansia e timore, costringendolo ad alterare le proprie abitudini di vita. Adriana Albertini e il marito Ermanno Moratelli, difesi dall’avvocato Francesco Lai, sono chiamati a rispondere dell’articolo 612 bis del codice penale per fatti risalenti a 14 anni fa. Secondo il pm Manuela Porcu, attraverso svariate denunce formalizzate davanti alle forze dell’ordine e alle autorità comunali di Dorgali, i due imputati avevano accusato il vicino di casa, Athos Galbiati che viveva al piano superiore della loro palazzina, di diversi reati perpetrati nei loro confronti (compreso il tentato omicidio per aver versato sostanze tossiche nel giardino). Inoltre attraverso «continui appostamenti e indebite intrusioni nella vita privata del vicino (con fotografie e riprese) avevano cercato di immortalare lo stesso nell’atto di compiere i reati nei loro confronti. Galbiati, a seguito delle denunce dei due coniugi, era stato indagato e nei suoi confronti erano stati avviati diversi procedimenti penali (poi tutti archiviati). Aveva subito perquisizioni domiciliari volte al rinvenimento di armi e sostanze tossiche che non erano mai state trovate.

Ieri mattina Galbiati, per anni dipendente dell’Agip e dell’Eni con un passato a bordo di piattaforme petrolifere, che si è costituito parte civile con l’avvocato Marilena Patteri, ha deposto in aula davanti al giudice monocratico Teresa Castagna. Oltre un’ora di racconto per esporre davanti al tribunale le vicissitudini con i suoi vicini di casa, Albertini e Moratelli, che gli «hanno reso la vita impossibile».

Tutto era iniziato nel 2003 quando per motivi inspiegabili erano partite le prime denunce contro di lui. «Mi accusavano di usare sostanze tossiche nel giardino solo perchè una volta avevano sorpreso mia moglie ad annaffiare una loro aiuola – ha detto la parte offesa – Erano arrivati a dire che possedevo delle armi. Così la vita da pensionato che avrei voluto vivere è diventata un incubo. Sono stato costretto a svendere il mio appartamento pur di chiudere con loro. Le mie condizioni di salute si stavano aggravando ed era l’unica cosa che potevo fare». (k.s.)

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative