La Nuova Sardegna

Nuoro

Le nuove vie dell’agricoltura sarda

Le nuove vie dell’agricoltura sarda

Perdasdefogu, domani il simposio “Sardegna ritorna alla terra” della Coldiretti

12 gennaio 2017
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PERDASDEFOGU. Può la Sardegna essere meno dipendente dall'estero e dalla penisola nel settore agroalimentare? A tavola, insomma, possiamo mangiare più sano e più sardo? Carne sarda, pesci sardi, verdure e frutta sarde? Certo che si può in una regione definita agrosilvopastorale, purché pensi a “una agricoltura produttiva”, come afferma il direttore regionale dell'associazione Coldiretti Luca Saba. Sarà proprio Saba, domani a partire dalle 18, a concludere un convegno dal titolo “Sardegna, ritorna alla terra”, organizzato dalla Coldiretti regionale, da quelle di Nuoro e dell'Ogliastra e dalla sezione di Perdasdefogu con la collaborazione dell'amministrazione comunale foghesina e dalla Pro loco. Il convegno, al quale parteciperanno delegazioni di contadini e allevatori della provincia, si terrà nell'auditorium della biblioteca comunale “Daniele Lai” al centro del paese. Avvierà il dibattito il responsabile Coldiretti di Perdasdefogu Massimo Orrù, allevatore-casaro. Seguiranno i saluti del sindaco Mariano Carta e, successivamente, con alcuni tecnici agronomi e veterinari, parleranno il presidente provinciale Alessandro Serra, il presidente per l'Ogliastra Vincenzo Cannas (e leader dell'Aspen di Nuoro).

Il convegno si soffermerà sui nuovi progetti europei per ottenere un'agricoltura produttiva e che salvaguardi la genuinità dei prodotti locali in ambienti naturali incontaminati. «Puntiamo sulla valorizzazione della terra anche per frenare il drammatico fenomeno dell'emigrazione e del conseguente spopolamento dei nostri villaggi», spiega Massimo Orrù. Qualcosa si sta muovendo, se pur con tanta lentezza: a Perdadsefogu, come a Ulassai, Tertenia, Villagrande, Jerzu, Gairo, Osini, Talana, Triei, Ussassai, Barisardo, sono diversi i giovani, anche diplomati e laureati, che stanno puntando sia sull'allevamento che sulla frutticoltura di montagna. «È necessaria un'inversione di tendenza, mettendo l'agricoltura fra le priorità della politica nazionale ma anche di quella regionale», ha affermato il dottor Saba.

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