La Nuova Sardegna

Nuoro

La stazione “svuotata”: disagi e cresce la protesta

di Pietro Rudellat
La stazione “svuotata”: disagi e cresce la protesta

Sit in dei Riformatori: il territorio nuorese è al margine come mai era accaduto Protestano i sindaci: colpite le fasce più deboli, studenti e lavoratori pendolari

18 dicembre 2016
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NUORO. Treni fermi da lunedì 12 dicembre e stazioni desolatamente vuote. L'Arst ha disposto infatti la chiusura della tratta ferroviaria che collega Nuoro con Macomer a seguito delle disposizioni ricevute dal ministero dei Trasporti che impongono la presenza di casellanti ai passaggi a livello e di una seconda persona nella cabina di guida per garantire che il macchinista sia vigile. E nessuno, al momento, sa quando sarà possibile la riapertura della tratta.

Ieri mattina i Riformatori Sardi hanno protestato per la situazione creatasi nella stazione di Nuoro in quello che il consigliere regionale Luigi Crisponi ha definito «un assordante silenzio». «Questo territorio – ha aggiunto Crisponi – già provato da una situazione economica ormai compromessa è ora colpito da una nuova sciagura a causa di una scelta scellerata operata dal Governo e subita passivamente dalla Regione. Ancora una volta il Nuorese viene mortificato e i suoi cittadini sono derubati del diritto alla mobilità. Questo territorio è ormai messo ai margini come mai era accaduto prima, con scelte prive di ogni logica. Pigliaru e Deiana stanno scandalosamente relegando all'isolamento le nostre comunità ormai stremate da una rete viaria da terzo mondo con strade vergognosamente interrotte da mesi, gallerie chiuse, ponti dissestati e ora addirittura la chiusura delle strade ferrate. È ora di dire basta a questa sciagurata sequenza di operazioni a danno di un territorio allo stremo che deve fra l'altro sopportare l'inconsistenza e l'inefficacia della Giunta regionale».

Alla manifestazione erano presenti il sindaco di Bortigali Francesco Caggiari, l'assessore alla Cultura del Comune di Mamoiada Francesco Crisponi, il consigliere comunale di Bortigali Maurizio Puggioni e il coordinatore provinciale dei Riformatori Roberto Lai. «Parlo a nome dei sindaci del Marghine – ha detto Caggiari – per denunciare il nostro isolamento. Noi sindaci ormai non possiamo più programmare niente e siamo costretti soltanto a denunciare tagli ai bilanci e abbandoni da parte di Regione e Stato. Nuoro è l'unico capoluogo di provincia dove non arrivano le Ferrovie dello Stato e ora ci levano anche questa tratta ferroviaria colpendo le fasce più deboli, perchè utilizzata da studenti, pendolari e pensionati. Chiediamo alla Regione e all'Arst di avere una data certa per la riapertura della tratta».

Roberto Lai ha denunciato inoltre la devastazione del territorio operata e derivante «dal fatto che Pigliaru dorme oppure è alle prese con le risse delle sua maggioranza».

La Macomer-Nuoro, unica linea ordinaria attualmente attiva del compartimento ferroviario di Macomer dell'Arst, nacque nell'ultima parte del XIX secolo per assicurare un collegamento ferroviario anche a Nuoro. La costruzione della ferrovia, allora come oggi a binario unico a scartamento ridotto, fu affidata alle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, che ebbero il compito di creare un collegamento da Bosa a Nuoro via Macomer. Il primo tronco della linea a essere inaugurato fu quello da Bosa a Macomer e fino alla stazione di Tirso: i primi treni percorsero la tratta il 26 dicembre 1888. Nuoro vide arrivare i primi convogli passeggeri il 6 febbraio del 1889, complessivamente da Macomer a Nuoro la linea misurava all'epoca poco più di 62 km. Dopo 127 anni la linea è chiusa e chissà quando verrà riaperta.

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