La Nuova Sardegna

Nuoro

Bolotana festeggia le 100 candeline di tia Mallea Pira

di Federico Sedda

Grande traguardo per la lettrice più longeva della Nuova La nonnina: «La scuola mi manca e me la sogno ancora»

14 dicembre 2016
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BOLOTANA. Lettrice accanita e affezionata.Anzi affezionatissima. Al punto da non rinunciare a leggere la Nuova Sardegna neppure per un giorno. A leggerla da sempre, fino in fondo. «Mia figlia – dice lei – compra anche Repubblica. A volte la sfoglio, ma preferisco la Nuova. Mi tiene informata». Affezionata e informata. Anzi informatissima. «Ieri (l’altro ieri per chi legge ndr) hanno condannato a trent’anni Graziano Mesina per traffico di droga e hanno anche condannato all’ergastolo Francesco Rocca, il dentista di Gavoi, per l’omicidio della moglie. Cosas feas (cose brutte)». Così, ora, il nostro giornale ha la sua lettrice più anziana. Anzi centenaria. Sì perché, Maddalena Piras, tia Mallea Pira come la chiamano tutti, di anni oggi ne compie cento. È nata a Bolotana il 14 dicembre 1916, quarta di cinque figli, tre femmine e due maschi. È nata in piena prima guerra mondiale, tia Mallea. E del dopoguerra ricorda la fatica. «Bisognava faticare tutti i giorni per tirare avanti». Oggi, tia Mallea, seduta in poltrona nella sua stanza luminosissima dove campeggia la televisione e una catasta del suo giornale preferito, ricorda a memoria gli anni che furono. «Mi sono sposata nel 1938 con Giuseppe Serra con il quale ho vissuto felicemente per 42 anni – dice con passione e un filo di commozione – Mio marito era pastore e agricoltore e doveva lavorare per due uomini perché a casa eravamo tutte donne». Lei, invece, mandava avanti la casa e la famiglia curando l’orticello e “bramminande lana”, cardando la lana delle pecore. Ha avuto due figlie, tia Mallea: Giovanna e Pierina, storica insegnante delle medie di Bolotana, oggi in pensione, con la quale vive, coccolata anche dalle tre nipoti. Ma lei ci tiene alla sua autonomia. Al punto da gestire da sola i farmaci che prende tutti i giorni per i mali dell’età. Scrupolosa e lucida, ricorda con nostalgia gli anni della scuola. «Ho fatto la quinta elementare» racconta tia Mallea ricordando i nomi degli insegnanti e dei direttori didattici, tra i quali uno, Giovanni Corda, che la indusse a frequentare l’ultimo anno delle elementari dopo aver abbandonato per due anni, dopo la quarta. Fosse per lei a scuola ci tornerebbe volentieri, magari per continuare fino alla laurea. «La scuola mi manca – dice – e me la sogno ancora». E della scuola ricorda tutto comprese le materie che le piacevano di più. «Andavo matta per l’aritmetica, la storia e la letteratura italiana – dice con orgoglio –. E per darne la prova a chi la ascolta recita tutta d’un fiato la tabellina del 9: «9 per 2 18, 9 per 3 27...». E poi, con disinvoltura, passa a Carducci, Pascoli («Che meraviglia La cavalla storna che portavi colui che non ritorna») e ancora a Garibaldi «morto a Caprera di crepacuore e sepolto in una roccia, lui che ha fatto l’Italia». Ma tia Mallea non disdegna, grazie alla Nuova, la storia di oggi. «In America hanno eletto Trump, vedremo che succederà» dice quasi da inviata speciale. E chissà che l'iscrizione all'ordine dei giornalisti non gliela diano ad honorem. Per ora il titolo onorifico glielo dà la Nuova: quello di lettrice più anziana e affezionata del giornale. Che leggerà anche oggi. A chentuchimbanta annos, tia Mallea, e sempre con la Nuova Sardegna in mano.

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