Ovodda ora fa parte dell’istituto di Gavoi
OVODDA. La giunta comunale di Ovodda, guidata dalla sindaca Cristina Sedda, ha scelto di entrare a far parte dell’istituto comprensivo di Gavoi, lasciando quindi quello che fa capo a Tonara e che...
OVODDA. La giunta comunale di Ovodda, guidata dalla sindaca Cristina Sedda, ha scelto di entrare a far parte dell’istituto comprensivo di Gavoi, lasciando quindi quello che fa capo a Tonara e che comprende anche Teti, Tiana e Austis. La decisione è stata presa per rispetto della volontà della comunità di Ovodda e delle dinamiche di collaborazione territoriale avviate da anni in seno all'Unione dei Comuni Barbagia. Elementi richiesti anche dalla Regione per il piano di dimensionamento 2017/2018 che deve essere in linea con il piano territoriale delineato dalla legge sul riordino delle autonomie locali. «Abbiamo deciso di unirci all’istituto comprensivo di Gavoi – spiega Cristina Sedda – con l'unico obiettivo di mettere al centro i nostri bambini, la nostra vera risorsa». Il commento arriva all'indomani della Conferenza provinciale che si è tenuta a Nuoro sui nuovi assetti di gestione dei plessi scolastici, che ha visto un acceso dibattito tra i diversi rappresentanti istituzionali proprio in merito alla decisione di Ovodda. Il comprensivo di Tonara, pur con i 173 studenti di Ovodda, risultava comunque sottodimensionato non arrivando a 400. L’anno scorso la deroga concessa dalla Regione ha permesso lo svolgimento delle attività di segreteria per un altro anno «ma per di noi di Ovodda passare a far parte di Gavoi era solo una questione di tempo - continua la sindaca –. Siamo contro i vincoli imposti dal piano di dimensionamento e ci batteremo con tutti gli altri per il riconoscimento delle specificità territoriali, ma per noi è fondamentale dialogare con i vicini dell’Unione Comuni e sviluppare con loro tutte le strategie per permettere ai nostri giovani di studiare con tranquillità». Gavoi, Ollolai, Olzai e Lodine da soli avevano in tutti i casi più di 400 studenti. Condizione che avrebbe comunque permesso loro di programmare senza veder abolita la segreteria. Con l’arrivo di Ovodda, il numero cresce a quasi 600. «Ma – ripete il primo cittadino – non sono i numeri che ci hanno portato a questa decisione, semplicemente perché non consideriamo i bambini pedine da usare a seconda delle nostre comodità: sono il nostro miglior prodotto, e di conseguenza non prendiamo le decisioni sulla loro testa».