La Nuova Sardegna

Nuoro

tribunale collegiale

Induzione indebita, condannato

Un anno per un ex agente della polizia stradale di Fonni

01 dicembre 2016
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NUORO. Ieri mattina, davanti al collegio che lo giudicava per l’accusa di “tentata induzione indebita a dare o promettere utilità e per il reato di omissione di atti d’ufficio, ha fornito un racconto diametralmente opposto a quello che a suo tempo aveva fatto la parte lesa. Ma i giudici, evidentemente, non gli hanno creduto e nel tardo pomeriggio di ieri lo hanno condannato a una pena di un anno per la “tentata induzione”– pena sospesa – con annessa interdizione dai pubblici uffici, assolvendolo solo per l’omissione di atti d’ufficio. Si chiude così, almeno in primo grado, il processo che vedeva a giudizio davanti al tribunale collegiale, Giovanni Coscarelli, un agente che fino a qualche anno fa era in forze alla polizia stradale di Fonni. Tutto era accaduto intorno alle 18 del 16 settembre del 2008. Quella sera, secondo quanto aveva raccontato la parte lesa, Maria Giovanna Devias, di professione assistente sociale e all’epoca anche valente giocatrice di softball, era stata fermata da Coscarelli a un posto di blocco che aveva trovato sulla statale 389, la Nuoro-Lanusei, mentre da Nuoro rientrava nella sua casa di Mamoiada. «L’agente – aveva raccontato la donna – presi i documenti ha chiesto che specificassi se ero una signora o una signorina. Ho risposto di essere una signora. Poi ha controllato le gomme della mia Citroen Picasso, mi ha chiesto di scendere dall’auto e di aprire il cofano. Nel cofano ha trovato la mia mazza da baseball, che utilizzo perché gioco a softball. L’agente ha iniziato a spaventarmi dichiarando che quell’oggetto non poteva essere trasportato e che quindi incorrevo in una denuncia».

Ma non basta. Sempre secondo quanto raccontato dalla donna, l’agente a quel punto, «mi ha richiesto informazioni sul mio stato civile. Poi mi ha proposto di fare finta di non avermi incontrato, però lui in compenso doveva portarsi via la mazza da baseball. Mentre mi accingevo a salire in macchina, l’agente mi ha proposto di “incontrarci in altro luogo ma questa volta senza la mazza”. Ho risposto che non ero interessata e sono ripartita con l’auto».

Ieri mattina, in udienza, Giovanni Coscarelli, ha dato una versione diversa: «Non ho mai chiesto alla signora lo stato civile, né di uscire – ha spiegato l’agente – ho solo controllato il cofano e chiesto spiegazioni sulla mazza. Me le ha date e l’ho lasciata andare via. Poi ho visto che la signora aveva lasciato la mazza per terra, andando via, e sono andato a riprenderla». Ma i giudici del tribunale collegiale non gli hanno creduto e ieri pomeriggio lo hanno condannato alla pena di un anno per il solo reato di tentata induzione indebita”, così come aveva chiesto il pm Tommaso Giovannetti che aveva sollecitato una condanna a un anno e due mesi. (v.g.)

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