La Nuova Sardegna

Nuoro

«Nuoro non è esclusa dall’elisoccorso»

di Luciano Piras
«Nuoro non è esclusa dall’elisoccorso»

L’assessore regionale Luigi Arru: la scelta degli aeroporti come basi permette di attivare immediatamente il servizio

28 novembre 2016
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NUORO. «Dalle esperienze fatte in altre regioni italiane, situare una base dell’elisoccorso qui a Nuoro crea non pochi problemi ai cittadini che abitano nei pressi dell’elibase. La presenza dell’elisuperficie tra via Mannironi e via Biscollai, in città, permetterà in ogni caso all’ospedale di Nuoro di ricevere pazienti trasferiti per le patologie cosiddette “tempo dipendenti”, viste le specialità presenti nell’ospedale stesso. Nulla, inoltre, impedirà che si possa identificare nel futuro, a seguito dell’analisi di attività, una base a Nuoro o nel Nuorese». L’assessore regionale della Sanità Luigi Arru risponde così alla domanda: perché non è stato scelto Nuoro? Cagliari sì, Alghero sì, Olbia sì, avranno le loro basi regionali dell’elisoccorso, con tre super elicotteri vere e proprie sofisticate autoambulanze che volano. Ma Nuoro no. Perché?

Nuorese classe 1960, dirigente medico ematologo proprio all’ospedale San Francesco di Nuoro, già presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Nuoro, Luigi Arru spiega le ragioni di una scelta ponderata, magari impopolare per il momento, ma di sicuro giustificata e meditata, fatta «in corso di presentazione di emendamenti di legge di assestamento finanziario», sottolinea l’assessore.

Perché presentare un emendamento sul tema dell’elisoccorso?

«Perché in base a valutazioni tecnico amministrative è opportuno fare un bando per la copertura pluriennale del servizio di elisoccorso, quindi con l’emendamento viene garantita la copertura finanziaria per gli anni necessari».

Perché questa fretta? Cosa sarebbe successo se l’emendamento non fosse stato presentato adesso?

«Sarebbe stato necessario presentarlo con la legge finanziaria del 2017, il che avrebbe significato uno scivolamento dei tempi per il bando, con impossibilità di attivare il servizio entro giugno 2017».

Perché sono state indicate tre basi negli aeroporti di Cagliari, Alghero e Olbia?

«Il tavolo tecnico aveva stabilito che le basi dovessero stare in posizioni geografiche centrali che permettessero di coprire entro 20 minuti dei cerchi con raggio di 50 miglia. Le basi indicate sono Ardara Mores per il nord Sardegna e una zona vicino a Cagliari. La scelta politica innovativa è che rispetto al passato sono state scelte tre basi, in considerazione della superficie della Regione Sardegna, orografia e della viabilità si è deciso di investire decisamente su interventi con uso dell’elicottero che devono integrarsi con le autoambulanze medicalizzate e le autoambulanze dei volontari al fine di garantire la risposta per le patologie “tempo dipendenti” che mettono a rischio la vita delle persone».

Dunque non sono state seguite le indicazioni del tavolo tecnico. Perché?

«Perché per rispettare le indicazioni tecniche sarebbero stati necessari investimenti e tempo per realizzare le infrastrutture necessarie, tempi non compatibili con l’attivazione servizio. La scelta degli aeroporti permette di attivare immediatamente il servizio. Grazie all’istruttoria con le tre basi si può partire immediatamente con le risorse disponibili, garantendo la copertura delle zone in cui i tempi di servizio per le patologie “tempo dipendenti” sono attualmente fuori soglia. Niente impedisce che sulla scorta delle esperienze la sede dell’elibase possa essere cambiata».

Questa scelta costa 90 milioni in nove anni. Perché non continuare a risparmiare collaborando ancora con i vigili del fuoco?

«La collaborazione con il servizio di elicottero dei vigili del fuoco, con mezzo situato ad Alghero, è stata molto positiva, ma il mezzo in questione non è un mezzo che ha lo standard previsto per elisoccorso. Lo standard è “Hems” (è l’acronimo di Helicopter emergency medical service, ndr), cioè sono necessari degli elicotteri-ambulanza sia per il trasporto primario, sia secondario, cioè quando è necessario il trasferimento da un ospedale ad un altro. Auspichiamo anzi che anche con i mezzi Hems, possa continuare la collaborazione sia con gli operatori dei vigili del fuoco sia con il Soccorso alpino, così come auspico la massima collaborazione interistituzionale anche con la polizia, i carabinieri, l’aeronautica, la guardia costa etc, al fine di avere una rete di servizi coordinati per la gestione di maxi emergenze».

L’elisoccorso sarà disponibile anche nella notte?

«Una delle tre basi dovrà garantire il servizio H24. Intanto valutiamo con molta attenzione l’esperienza Areu Lombardia che sta sperimentando i visori notturni per estendere il servizio notturno».

Perché collaborare con la Regione Lombardia?

«Perché con la legge 23/2014 si è deciso di creare l’AreuS (Azienda regionale emergenza urgenza Sardegna) sul modello Areu della Lombardia. Tale scelta è stata confermata con la legge 17 che istituito l’Ats , Asl territoriale unica. Con la firma di un protocollo d’intesa con la Regione Lombardia, sì è formalizzata una collaborazione a titolo gratuito già operativa grazie al direttore generale dottor Alberto Zoli, per istituire AreuS, che porterà al bando per l’elisoccorso, alla creazione del NU112, il numero unico dell’emergenza urgenza europeo, già attivato in Lombardia. Quindi si collabora per realizzare quel che si è definito per legge, utilizzando l’esperienza della Lombardia, che è servita anche in altre regioni. Inoltre in base alla loro esperienza, si accelererà per identificare in maniera capillare le elisuperfici nei diversi paesi, circa 950.000 cittadini sardi infatti vivono in zone classificate come rurali; in questo modo diamo le stesse opportunità a tutti i cittadini sardi».

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