La Nuova Sardegna

Nuoro

Delitto Dore, slitta il verdetto dei giudici

di Valeria Gianoglio
Il presidente Brianda
Il presidente Brianda

Il pg ha ribadito la richiesta di ergastolo. La difesa di Francesco Rocca chiede l’audizione e un confronto tra altri testi

26 novembre 2016
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SASSARI. La riapertura dell’istruttoria, con l’audizione in aula nelle scorse settimane di Giovanna Cualbu e Antonio Contu – i genitori del giovane condannato come killer di Dina Dore – per il pg Maria Gabriella Pintus non ha spostato di una virgola le convinzioni dell’accusa: quei due testi sarebbero sostanzialmente inattendibili e per questo, come già aveva chiesto un mesetto fa, secondo il procuratore generale Francesco Rocca merita la conferma dell’ergastolo ricevuto in primo grado. La decisione della corte d’assise d’appello, tuttavia, scivola di alcune settimane e potrebbe non arrivare nemmeno alla prossima udienza, fissata per il 12 dicembre.

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Per gli avvocati del dentista gavoese, Mario Lai e Angelo Manconi, la deposizione dei coniugi Contu-Cualbu, invece, conferma quanto la difesa sostiene da tempo: a Gavoi c’erano state molte pressioni per costringere alcuni giovani ad accusare Pierpaolo Contu e Francesco Rocca della morte di Dina Dore. Secondo la difesa, dunque, la corte d’assise d’appello presieduta da Mariano Brianda non può non tenere conto di questi aspetti emersi in modo deciso nel racconto fatto nella scorsa udienza da genitori di Pierpaolo Contu. «Per questo – hanno chiesto ieri mattina in aula a Sassari gli avvocati Lai e Manconi – chiediamo alla corte di disporre un confronto in aula tra Pierpaolo Contu e Stefano Lai, e chiediamo anche di disporre un confronto tra Giovanna Cualbu e la cugina Maria Antonella Curreli».

Ma nella loro discussione di ieri mattina – una controreplica a quella del procuratore, visto che la discussione vera e propria risale a un mesetto fa – i difensori di Rocca hanno ricordato che la deposizione dei genitori di Contu ha richiamato un nome che è saltato fuori diverse volte durante le testimonianze al processo di primo grado: il nome dell’allevatore di Gavoi, Gavino Pira. Nella scorsa udienza, attraverso la deposizione dei coniugi Contu era emerso che Pira era stato uno dei gavoesi che aveva esercitato pressioni su Contu per attribuirsi le colpe del delitto e per accusare Rocca. Tra le richieste avanzate ieri dalla difesa di Rocca, inoltre, c’è stata anche quella di eseguire nuovi prelievi del Dna a Gavoi, visto che sinora, l’inchiesta in paese ne ha registrato appena una decina. Secondo i consulenti ed esperti genetisti incaricati dagli avvocati Lai e Manconi, con quelle analisi si potrebbe scoprire il nome del killer di Dina Dore.

La corte deciderà se accogliere la nuove richieste istruttorie della difesa nell’udienza del prossimo 12 dicembre. In quella data, dunque, la corte potrebbe decidere di sentire altri testimoni.

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