La Nuova Sardegna

NUORO. Ancora una condanna per Severino Satta, il quarantenne, originario di Lula, rinchiuso nel carcere di Alghero dove sta scontando un residuo di pena per rapina, ricettazione, stupefacenti e traffico d’armi. Sarebbe dovuto uscire nel 2022 e invece ieri il collegio del tribunale di Nuoro (presieduto da Giorgio Cannas, a latere Tommaso Bellei e Sara Perlo) lo ha condannato a 4 anni e 9 mesi di reclusione per concorso in traffico di armi da guerra, oltre a una multa di 900 euro. Condannati per lo stesso reato Cosimino Gungui di Mamoiada (sempre a 4 anni e 9 mesi) e Claudio Piroddi di Tertenia ( 3 anni e sei mesi).

I fatti contestati agli imputati risalgono al 2004. I carabinieri della stazione di Mamoiada vennero chiamati dalla proprietaria di un terreno, alla periferia del paese, che raccontò loro di aver trovato un kalashnikov nascosto tra la vegetazione. I militari in seguito avevano effettuato diversi appostamenti proprio per cercare di scoprire chi aveva nascosto l’arma da guerra nel terreno della signora. Nessuno si era fatto vivo ma nei dintorni della campagna i carabinieri avevano visto passare Severino Satta con un amico. In seguito, nel corso dell’attività investigativa, dall’ascolto di alcune intercettazioni telefoniche gli inquirenti avevano scoperto anche un traffico di armi, per il quale Satta è stato condannato a 8 anni.

Severino Satta è noto alle cronache per essere stato protagonista di una clamorosa fuga dal carcere di Badu ’e Carros nel 2013. Satta era evaso da Nuoro approfittando di un permesso premio. Dopo tre mesi i carabinieri lo avevano arrestato in una cittadina nella provincia di Mantova. Lo aveva riconosciuto e arrestato il comandante dei catainieri che anni prima aveva svolto il servizio proprio a Nuoro.