La Nuova Sardegna

Nuoro

Amianto a Ottana, nuova mobilitazione degli ex esposti

di Federico Sedda

Sabato incontro dell’Aiea per fare un primo bilancio Si lotta per il riconoscimento della malattia professionale

23 novembre 2016
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OTTANA. Prosegue la mobilitazione dei lavoratori ex esposti all’amianto di Ottana per ottenere il riconoscimento della malattia professionale e dei diritti alla tutela sanitaria finora negati dall’Inail. Su iniziativa dell’Aiea (associazione italiana ex esposti all’amianto), i lavoratori e le loro famiglie si ritroveranno sabato prossimo, 26 novembre 2016, nella sala convegni dell’hotel Funtana’e donne di Ottana per fare un bilancio dell’attività svolta finora dall’associazione per il riconoscimento anche ai lavoratori delle industrie del centro Sardegna dei diritti previsti dalla legge 257 del 1992 per chi ha lavorato a contatto con questa fibra mortale. All’assemblea, che avrà inizio alle 9, parteciperanno la presidente e il vice presidente nazionale dell’Aiea, Maura Crudeli e Mario Murgia, la presidente regionale, Sabina Contu, i rappresentanti dell’Anmil (associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) e della Cgil provinciale, il deputato Michele Piras, primo firmatario alla Camera dell’emendamento alla legge di stabilità finalizzato al riconoscimento per i lavoratori di Ottana dei benefici previsti dalla 257 del 1992, e i consiglieri regionali Daniele Cocco e Daniela Forma, impegnati in questi mesi per la costituzione del tavolo tecnico regionale per l’adeguamento della sorveglianza sanitaria agli ex esposti all’amianto. «L’esposizione a questa fibra killer – si legge in una nota dell’Aiea Sardegna – solo nell’ultimo periodo ha colpito in modo inesorabile decine di famiglie, lasciandosi dietro dolore e morte. Altri ex lavoratori, invece, vivono sulla loro pelle gli effetti devastanti provocati dall’amianto, spostandosi da un ospedale all’altro alla ricerca e nella speranza della guarigione. Un calvario senza soste per loro e per i loro familiari. L’angoscia e il terrore sono diventati ormai compagni inseparabili di centinaia di lavoratori e lavoratrici che nella loro vita lavorativa sono stati esposti e hanno inconsapevolmente respirato l’amianto».

«Tutto questo – si sottolinea nel comunicato – mentre i veri responsabili godono di una sorta di immunità avallata da una relazione sottoscritta nel 2003 da dirigenti aziendali dell’Eni e tecnici dell’Inail che negava la presenza dell’amianto negli stabilimenti industriali. A Ottana è stato negato quanto, invece, altri lavoratori di stabilimenti analoghi hanno ottenuto per legge. La nostra azione – prosegue la nota – è finalizzata a sconfiggere la debolezza individuale in modo da dare a tutti gli stessi diritti. Su questo terreno abbiamo chiesto alle strutture preposte uno sforzo straordinario, finalizzato alla tutela della salute attraverso la prevenzione. Chiediamo maggiore sensibilità ai medici di famiglia affinché gli esami per stabilire preventivamente lo stato di salute non debbano essere implorati, ma agevolati. Abbiamo chiesto, infine – conclude il comunicato dell’Aiea – che venisse modificato il protocollo sanitario per gli ex esposti. Stiamo ancora aspettando che il tavolo venga convocato dall’assessore regionale alla Sanità. Purtroppo constatiamo che i tempi della politica non coincidono con i tempi dei malati». Sì, per i malati d’amianto, i tempi sono molto, molto più brevi. Dolorosi per loro. E colpevoli per la politica.

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