La Nuova Sardegna

Nuoro

Siniscola, nuovo allarme poliambulatorio a rischio

di Sergio Secci

Le preoccupazioni del leader di Identità e Rinnovamento, Gian Pietro Gusai «Il servizio di Nefrologia è stato ridotto nonostante l’aumento dei pazienti»

05 novembre 2016
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SINISCOLA. Ci sono manovre per smantellare il distretto sanitario di Siniscola? Se lo chiede Gian Pietro Gusai, leader di Identità e Rinnovamento consigliere comunale di Nuoro e candidato a sindaco nelle ultime elezioni comunali di Siniscola. Con la legge 502 del 92, sono stati creati i distretti e quello Siniscolese ha un vasto bacino di utenza visto che oltre alla popolazione di Siniscola serve anche, Torpè, Posada e Lodè, e Irgoli, Onifai, Loculi, Orosei, Galtelli nella bassa Baronia, circa 45 mila residenti a cui si somma il movimento vacanziero ospite di alberghi e seconde case.

«Il dissesto di molte delle strade e i molti paziente anziani con patologie croniche, non sembrano avere importanza – spiega Gusai – come non rimarcare il ridimensionamento di Nefrologia per la cura e prevenzione di malattie renali un reparto con volume di lavoro impressionante, ridimensionato con due infermieri rispetto ai quattro previsti, un medico nefrologo per 2 giorni la settimana rispetto ai cinque giorni di qualche tempo fa. Tutto questo nonostante il numero di assistiti sia in continua crescita. Il servizio, aperto al pubblico il 30 giugno 2010, è costato sinora circa 1,5 milioni di euro e oggi è ostaggio di politiche di ridimensionamento, a favore di centri dislocati in altre aree della Sardegna. Come non rimarcare poi – prosegue Gusai – le sole 5 ore settimanali per l’ecografia diagnostica o le 10 ore di oncologica (patologie in ascesa esponenziale). Dove sta la politica di prevenzione o tutela della salute per i giovani che fanno sport con sole tre ore settimanali della medicina sportiva, la coerenza con la propaganda mangiar bene e sano se poi non si prevede nessun tipo di promozione sanitaria in tal senso.

«Aspettiamo risposte e impegno da una classe politico dirigenziale – dice Gianpietro Gusai – che è insensibile alle problematiche di una comunità in sofferenza, non solo in termini di salute ma anche di lavoro, ed è intuitiva l’onda lunga sul risvolto professionale degli addetti».

La comunità baroniese per il medico merita la stessa attenzione di altri centri del Nuorese, non solo per chi è costretta a fare 100 km per una semplice visita e da oggi per un prelievo per esami ematochimici di routine ma anche come segnale che l’abbandono dilagante della politica ha generato.

«Questo per la politica dei grandi sistemi è welfare. Ma non possiamo Non rimarcare l’incoerenza di propagande sterili per uno sport sicuro con defibrillatori automatici e quant’altro e poi non si garantisce l’essenziale per l’idoneità sportiva ai nostri figli, con una programmazione di sole tre ore dal servizio sanitario nazionale».

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