Amianto killer, la battaglia dell’Aica è partita da Ottana
Ieri la prima assemblea nazionale dell’associazione Presenti lavoratori e diverse vedove di operai morti
OTTANA. Ha scelto di tenere la prima assemblea nazionale a Ottana per sottolineare che, questo, è un luogo simbolo dell’esposizione all’amianto in Sardegna e non solo. La mobilitazione dell’Aica (Associazione italiana contro l’amianto) è partita ieri dal paese della Sardegna centrale per lanciare con forza una campagna contro la fibra killer che, da queste parti, sta mietendo decine di vittime. Una campagna a vasto raggio che punta, in primo luogo, a far riconoscere i diritti dei lavoratori che per anni sono stati esposti al rischio in ambienti dove l’amianto era presente. Dell’attività dell’associazione hanno parlato il presidente nazionale Armando Vanotto, e Renzo Puggioni, uno dei soci fondatori dell’Aica, responsabile della sezione locale con sede a Nuoro e ora vice presidente nazionale. Sugli stessi temi è intervenuto Pietrino Pischedda, presidente della sezione Aica di Carbonia-Iglesias e anche lui socio fondatore. Sugli aspetti legati si è soffermato l’avvocato Tullio Cuccaru, esperto della giurisprudenza in materia di rischi e danni derivanti dall’esposizione all’amianto nei luoghi di lavoro.
All’assemblea ha partecipato un numero nutrito di ex lavoratori delle fabbriche ex Eni di Ottana e della Montefibre, una decina di vedove di lavoratori morti a causa del carcinoma del polmone e del mesotelioma pleurico seguiti all’asbestosi, la malattia alla quale va incontro chi, per anni, ha respirato la fibra killer sotto forma di pulviscolo presente nell’ambiente di lavoro. C’erano anche diversi lavoratori ammalati. L’Aica anche ieri ha raccolto numerose adesioni di nuovi soci. Armando Vanotto, una bandiera della guerra all’amianto che combatte da oltre quarant’anni, ha lasciato un’altra associazione per fondare l’Aica, un’organizzazione parallela che si propone di continuare a combattere contro la fibra killer e per i diritti dei lavoratori colpiti dalle malattie che ne derivano. Una battaglia, la sua, come ha sottolineato nell’intervento, condotta in modo più aggressivo e deciso e senza fare sconti a nessuno. Quella degli ex lavoratori esposti all’amianto non è, comunque, una battaglia facile.
«Noi – ha detto Renzo Puggioni durante l’assemblea – i lavoratori non li illudiamo, ma non permettiamo che Inps, Inail, Asl e Regione continuino con un atteggiamento che non ci piace e che calpesta i diritti di queste persone. A tre lavoratori ai quali gli specialisti dell’ ospedale “Zonchello” di Nuoro, uno dei più importanti centri specialistici per le malattie polmonari in Italia, avevano diagnosticato e certificato l’asbestosi, l’Inail ha risposto picche, rifiutandosi di riconoscere la malattia professionale. In pratica l’asbestosi non l’avrebbero contratta a causa del lavoro, ma per altri motivi. Sembra quasi una risposta da multinazionale dell’amianto. Noi combattiamo contro queste posizioni. L’Inps deve riconoscere i risarcimenti che – ha aggiunto Puggioni – sono diritti e non benefici».
Sui questi temi si è soffermato anche l’avvocato Cuccaru il quale ha detto che le cause per ottenere i diritti si possono fare e vincere anche se la legge è contradditoria. L’assemblea è stata seguita con grande interesse dai lavoratori presenti. Da Ottana è partita ieri una nuova battaglia per ottenere il riconoscimento dei diritti finora negati ai lavoratori di Ottana che sono stati esposti all’amianto.