La Nuova Sardegna

Nuoro

Stranieri in difficoltà volontari in campo con Nuoro migrantes

di Gianluca Corsi

Nuovo sodalizio presentato nella parrocchia del Rosario Una famiglia dona la casa di prima accoglienza in via Chironi

21 ottobre 2016
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NUORO. Da quando gli effetti delle “quote” di migranti, distribuiti per Regioni, si sono fatti sentire, seppur marginalmente, anche a Nuoro, silenziosa, quasi in punta di piedi, è scattata la macchina dell’accoglienza. I primi volontari nuoresi, non ancora organizzati ufficialmente, in questi mesi hanno provveduto a togliere letteralmente dalla strada tanti giovani che, spaesati, approdavano in città, senza una meta precisa; affamati, spesso dopo aver dormito alcune notti all’addiaccio. Ma da qualche settimana il gruppo di volontari, come peraltro annunciato, ha dato vita all’associazione “Nuoro migrantes”.

Il nuovo sodalizio è stato presentato nei giorni scorsi nella parrocchia del Rosario. A fare gli onori di casa don Totoni Cossu, che ha dimostrato – complice un rione in cui “solidarietà” non è solo una bella parola vuota – come non fosse così complicato rispondere all’invito lanciato un anno fa alle parrocchie da papa Francesco, affinché accogliessero ciascuna una famiglia di profughi in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni.

Così a Nuoro circa venti volontari provenienti da associazioni che si sono occupate, a vario titolo, di immigrati, ma anche di cittadini interessati al problema, hanno fondato “Nuoro migrantes”, che – grazie alla disponibilità degli eredi Moro – ha messo a disposizione una casa di prima accoglienza in via Gian Pietro Chironi, nel cuore di Santu Predu.

E come hanno ben spiegato Stefano Mannironi, Filomena Carzedda e la presidente Rosanna Massidda l’urgenza immediata, ancor prima della nascita dell’associazione, è sempre stata quella di dare un tetto, cibo e vestiti agli stranieri che sono fuoriusciti dalle strutture ricettive che li ospitavano in zona (perdendo il diritto di rientrare) e che, per un motivo o per l’altro, raggiungevano Nuoro, in una situazione di spaesamento e disagio non indifferenti.

A Casa Moro è possibile ospitare un massimo di sette persone (in passato, nelle fasi di emergenza, si è arrivati, stringendosi un pochino, a dieci), ma – hanno auspicato i promotori dell’associazione – se ogni parrocchia di Nuoro e della diocesi si dotasse di una struttura simile, l’accoglienza nel Nuorese troverebbe piena attuazione. Oltre alla prima accoglienza, però, la nuova realtà, la prima di questo genere in provincia, vuole coinvolgere i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale in progetti di pubblica utilità. Mannironi ha auspicato la piena realizzazione dei progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), augurandosi una maggiore sensibilità da parte delle amministrazioni locali. Grazie alla nuova associazione, infatti, queste persone, impegnate nella frequenza dei corsi di lingua italiana, potranno spendere alcune ore della giornata per realizzare progetti o attività nel territorio. Tutti i nuoresi che volessero associarsi, o anche contribuire all’associazione “Nuoro migrantes”, possono rivolgersi alla sede di Sud Equo, in via Antonio Mereu 15.

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