La Nuova Sardegna

Nuoro

Amianto a Ottana, la conta dei morti sale a 120

di Paolo Merlini
Amianto a Ottana, la conta dei morti sale a 120

L'ultimo è un tecnico con 40 anni di lavoro in fabbrica. I consiglieri Cocco e Forma chiedono un piano di sorveglianza sanitaria

21 ottobre 2016
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NUORO. Cresce di giorno in giorno l’elenco degli ex lavoratori di Ottana morti in seguito a tumori legati all’esposizione all’amianto. L’ultimo in ordine di tempo si chiamava Ambrogio Chessa, aveva 66 anni, quaranta dei quali trascorsi nello stabilimento chimico di Ottana, se si esclude l’apprendistato a Porto Marghera nel 1973. Aveva un tumore ai polmoni, è stato sepolto ieri pomeriggio, giovedì 20, nel suo paese, Ploaghe. La sua scomparsa porta a 120 il numero dei lavoratori che nell’arco di pochi anni sono morti per patologie asbesto correlate, cioè legate all’esposizione all’amianto. Ma l’Aiea, che fornisce il dato, precisa che potrebbero essere molti di più. Non solo perché sino a qualche anno fa non si metteva in relazione il tumore con il lavoro in presenza di amianto, ma anche perché l’Inail ha negato ai lavoratori di Ottana, con una decisione del 2003, la stessa possibilità di figurare come esposti alla fibra killer: «A Ottana era presente in quantità non pericolosa per la salute», è scritto nella relazione Contarp. Come sia stato possibile stabilirlo con gli impianti ormai chiusi o smantellati resta un mistero. Forse anche perché non fu tenuto conto delle bonifiche, effettuate alla fine degli anni ’90, che attestavano lo smaltimento di 140 tonnellate di amianto.

Lavoratori a rischio. Nel frattempo cosa accade alle centinaia di lavoratori che hanno lavorato nel sito di Ottana dalla nascita sino alle soglie del 2000? A che punto è la sorveglianza sanitaria di queste persone? Lo hanno chiesto ieri con un’interrogazione alla giunta Pigliaru i consiglieri regionali Daniele Cocco (Sel) e Daniela Forma (Pd), preoccupati del ritardo nell’istituzione di un protocollo per la sorveglianza sanitaria gratuita degli ex lavoratori. L’assessore alla Sanita Arru ne aveva annunciato l’istituzione prima dell’estate, ma evidentemente ai propositi non è seguito il lato pratico, così almeno sostengono Cocco e Forma. I quali chiedono ad Arru «se ritenga opportuno intervenire, in maniera celere e attiva, al fine di adottare un nuovo e più adeguato protocollo operativo per la sorveglianza sanitaria», e per quale motivo «non è stato ancora istituito un tavolo tecnico al fine di rendere uniforme il protocollo operativo in tutto il territorio regionale». I protocolli infatti variano da provincia a provincia.

La Regione risponde. La risposta dell’assessore Arru è arrivata in giornata. «Sulla sorveglianza sanitaria ci sono procedure da affinare – dice – ma tanto è già stato fatto in questi anni dall’assessorato anche grazie alla collaborazione delle associazioni. Nei prossimi giorni verrà formalizzata la presenza dei rappresentanti delle associazioni in un tavolo tecnico sui protocolli adottati». La Regione ha anche diffuso i dati sulla lotta all’amianto in tutta l’isola, dove sono stati censiti 2029 siti contenenti la fibra killer (di cui 1.341 edifici pubblici o aperti al pubblico e 688 relativi a siti produttivi attivi e dismessi). Oltre agli interventi di bonifica e la sorveglianza sanitaria degli ex esposti, ha istituito il Registro dei casi di mesotelioma asbesto correlati. Al 31 dicembre del 2015 sono 1315 gli iscritti al registro. I settori lavorativi da cui principalmente provengono sono l’industria dei metalli, della chimica e della carta. La sorveglianza sanitaria del 2015, sottolinea ancora la nota della Regione, ha fatto emergere 46 nuovi casi (nel 2014 furono 84) di patologie asbesto correlate. I morti per amianto di Ottana, si diceva, sono 120 secondo le stime dell’Aiea, l’associazione esposti amianto.

Il memoriale. All’ultima vittima, Ambrogio Chessa, nel 2009 il tribunale di Sassari aveva riconosciuto l’esposizione all’amianto, anche in base a un memoriale di 102 pagine sulla presenza della fibra killer in fabbrica che l’ex lavoratore di Ottana aveva consegnato ai magistrati. Un documento importante, che potrebbe essere utile nella battaglia per il rispetto dei diritti di tanti altri lavoratori la cui salute è a rischio.

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