La Nuova Sardegna

Nuoro

Uova contro i carabinieri, sei denunce

Uova contro i carabinieri, sei denunce

Minorenni nei guai: sono di Ollolai, Orgosolo, Sarule, Bitti e Mamoiada. Erano alla manifestazione per i rincari dell’Arst

08 ottobre 2016
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NUORO. La protesta degli studenti contro i rincari dell’Arst comincia a degenerare e a creare allarme sociale. La manifestazione dei pendolari che ogni giorno fanno la spola con il capoluogo da vari paesi della provincia, infatti, è finita con l’intervento dei carabinieri e con sei denunce a carico di altrettanti minorenni. Quattro ragazze e due ragazzi, tra i 16 e 17 anni, di Ollolai, Orgosolo, Sarule, Bitti e Mamoiada. Tutti e sei studenti di diverse scuole superiori in città, denunciati a piede libero dai carabinieri di Nuoro a seguito della manifestazione contro il caro biglietti degli autobus, che si è svolta davanti ai cancelli della stazione dell’Arst, lungo viale Sardegna, nel capoluogo barbaricino. Durante la protesta, che ormai dura da parecchi giorni, soprattutto nella Bassa Baronia, sono apparsi slogan contro i carabinieri. Un lancio di uova, poi, verso i pullman e il personale dell’Arst e gli stessi militari ha rischiato di far degenerare la situazione.

I reati contestati ai sei minorenni sono «grida e manifestazione sediziosa, oltraggio a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi e oggetti atti a offendere». Uno dei sei ragazzi, inoltre, è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico. Tutti e sei gli studenti denunciati, provenienti da Ollolai, Orgosolo, Sarule, Bitti e Mamoiada, appunto, sono stati sorpresi mentre tiravano uova contro i militari del servizio d’ordine e urlavano slogan contro l’Arma. Dopo essere stati ripetutamente invitati dagli stessi carabinieri ad abbassare i toni e a manifestare civilmente, e senza mai averlo fatto, i sei minori sono stati identificati, e subito dopo trasferiti in caserma e denunciati.

Un episodio che sporca la pacifica protesta che in questi giorni vede coinvolti in piazza migliaia di studenti pendolari, costretti non soltanto ad usufruire di un pessimo servizio di trasporto regionale pubblico (mancanza di corse, mancanza di fermate adeguate e parco macchine logoro e superato), ma ora anche a dover pagare molto di più sia per le singole corse sia per gli abbonamenti.

«Non ci fermeremo qui» è lo slogan che risuona comune in Barbagia come nelle Baronie. «Andremo avanti ad oltranza finché non otterremo quello che ci spetta – dicono gli studenti –, ossia servizi degni di tal nome e tariffe adeguate a questi, non prezzi dei biglietti non più sopportabili dalle nostre famiglie già tartassate dagli altri pagamenti». È ormai da quasi una settimana che gli studenti vanno avanti con la loro protesta. È di ieri la protesta civilissima a Irgoli dei pendolari di Orosei, Galtelli, Onifai, Loculi e Irgoli stessa, tutti uniti e determinati ad andare avanti nella manifestazione.

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