La Nuova Sardegna

Nuoro

Giovani e cyberbullismo: i consigli dell’esperta Usa

di Francesco Cabras
Giovani e cyberbullismo: i consigli dell’esperta Usa

L’avvocato Parry Aftab al Chironi ha parlato di criminalità informatica e privacy ll seminario è stato l’attività conclusiva di un percorso portato avanti a scuola

29 settembre 2016
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NUORO. Come proteggere (e aiutarli a difendersi) gli adolescenti dai pericoli di internet? Prima che finiscano intrappolati tra le maglie della Rete con conseguenze non di rado drammatiche: basti solo pensare alla cronaca di questi giorni. Un ruolo fondamentale lo giocano l’informazione, la formazione e la prevenzione. Parole d’ordine che ieri sono state al centro del seminario, tenuto all’Itc Chironi, “Identità virtuale e navigazione online a rischio”. L’incontro, moderato dal direttore dell’impresa sociale Nuovi scenari di Nuoro, Giuseppe D’Antonio, era rivolto a famiglie, insegnanti, forze dell’ordine, operatori sociali e sanitari e ha visto la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti al mondo sulla prevenzione delle problematiche legate al web, in particolare all’utilizzo dei social network. Tra questi, la statunitense Parry Aftab, avvocato, esperta in diritto minorile e in tutti gli aspetti della cyberlaw, cyberbullismo e cyberharassment, criminalità informatica, privacy. Fondatrice, 22 anni fa, della Cyber safety (tra le più importanti realtà nel settore della sicurezza digitale) Aftab ha spiegato che tra i pericoli più diffusi c’è il sexting, ossia la tendenza in voga tra i giovanissimi di scambiarsi via social network foto o video a sfondo sessuale che ritraggono sé stessi o loro amici. «E questa è l’arma che hanno in mano», ha detto mostrando uno smartphone. «I ragazzi – ha continuato – la maneggiano senza pensare alle conseguenze, ma la soluzione non è abolirne l’uso, ma educarli all’uso».

A questo proposito Parry Aftab ha affermato che molto spesso dietro ad adolescenti vittime di internet ci sono «genitori che dimenticano di fare i genitori». Se ci si accorge che un figlio utilizza il web in modo inappropriato, si deve avere il coraggio di sequestrargli il cellulare: «Sopravviveranno un mese senza Facebook e avranno lo stesso un futuro se non compaiono su Instagram». Altro aspetto fondamentale è riuscire a comunicare con loro e cercare di capire quando possono essere in difficoltà. Il canadese Allan McCullough, presidente del Child safety center, ha invece mostrato in anteprima il videogioco da lui stesso creato per i bimbi tra i 5 e i 10 anni: attraverso il suo utilizzo li aiuta a capire i segnali di pericolo nella vita reale, come le molestie sessuali, e presto ne studierà un altro per prevenire il cyberbullismo. Il direttore del distretto sanitario di Nuoro, Gesuina Cherchi, ha raccontato la felice esperienza raccolta con la creazione dei primi Comitati digitali scolastici (unico esempio in Italia) a Macomer e Tonara. Un valido strumento di prevenzione e contrasto che coinvolge genitori, docenti e studenti, formati dagli operatori dei consultori familiari. Prezioso anche il contributo di Giampaolo Cassitta, direttore del Centro giustizia minorile della Sardegna, che al termine di un suggestivo paragone tra passato e presente ha concluso che oggi è «importante parlare con i figli, per spiegargli che la vita vera e più bella di quella virtuale».

Anche il docente universitario Alberto Merler, direttore ricerche dell’associazione Inthum, ha sottolineato la necessità di coltivare amicizie reali e non solo attraverso uno schermo. Di “identità virtuale” ha poi parlato Luca Pisano, direttore master in Criminologia Ifos e autore di pubblicazioni sul tema.

«I ragazzi – ha detto – devono capire che tutto ciò che facciamo online non è separato dal nostro essere o personalità: ciò che posti dice chi sei».

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