La Nuova Sardegna

Nuoro

Identità e cultura, binomio vincente per le zone interne

di ROBERTO BORNIOLI *
Identità e cultura, binomio vincente per le zone interne

Bornioli, presidente della Confindustria Nuoro-Ogliastra «Asset economico da valorizzare di più in chiave produttiva»

27 agosto 2016
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di ROBERTO BORNIOLI *

È tutta racchiusa nella bellezza elegante delle donne e nell’incedere maestoso dei cavalieri alla Festa del Redentore la forza della nostra cultura millenaria che ogni anno porta a Nuoro diverse migliaia di turisti da tutto il mondo. I nostri beni culturali non rappresentano soltanto uno straordinario attrattore turistico ma anche un asset economico che possiamo valorizzare di più soprattutto in chiave produttiva e imprenditoriale. A salvaguardare gelosamente questo straordinario patrimonio fatto di identità, tradizioni e costumi unici sono le nostre zone interne, aree tanto ricche dal punto di vista culturale e ambientale quanto sofferenti sotto il profilo demografico, economico e sociale. Ecco perché la nostra Associazione sollecita una maggiore attenzione per le aree interne da valorizzare con specifiche politiche regionali, in linea con gli obiettivi della programmazione Ue 2014-2020.

Servono più sinergie tra i settori e soprattutto politiche culturali basate su strategie di lungo periodo. Per esempio, sono ancora troppo pochi i turisti che dalle coste visitano i musei e i beni culturali dell’interno. È assente un sistema cultura, è scarso il coordinamento tra enti e tra il pubblico e il privato. Manca un calendario unico degli eventi. Non esiste un biglietto unico per i musei. È assente un unico portale web che integri offerta turistica e culturale. Perché non attivare una Nuoro Card così da offrire un pacchetto completo con visita ai musei, sconti negli alberghi, promozioni nei negozi e visite ai laboratori di artigianato e dell’agroalimentare? Sono tante le azioni da intraprendere e tantissimi i “prodotti” da offrire per fare economia e creare occupazione valorizzando le nostre specificità.

Attorno al comparto culturale si muove una miriade di imprese. A Nuoro e provincia è presente un notevolissimo patrimonio composto da 359 siti archeologici, 4 case editrici, 10 compagnie teatrali, 3 festival internazionali, 15 gruppi di maschere tradizionali, 61 gruppi folcloristici, 73 a tenores, 31 cori polifonici, 32 musei tra cui il Man, il museo del Costume, il Ciusa e le Fondazioni Nivola, Asproni e Cambosu. E ancora il teatro Eliseo, la Biblioteca Satta, l’Isre. L’Università nuorese e l’Ailun. A Nuoro e dintorni sono nati e hanno operato artisti e intellettuali del calibro di Ciusa, Satta, Delitala, Nivola, Deledda, e i contemporanei Fois, Giacobbe, Niffoi. In Europa ci sono città che su un Nobel fondano fette importanti della loro economia, noi invece sembriamo quasi dimenticare che è da questi territori che la Deledda Nobel per la letteratura ha tratto ispirazione e forza creativa. Tra Nuorese e Ogliastra sono 1.541 le imprese culturali con 2.700 occupati e 106 milioni di valore aggiunto. Dati di tutto rispetto ma a uno sguardo più attento emerge che il settore culturale vale solo il 4% del valore aggiunto provinciale e lo 0,4 di quello sardo. L’impressione è che i numeri ufficiali registrino solo una parte della fertile realtà nuorese dove vanno avanti, sottotraccia, tante esperienze legate al mondo culturale molte delle quali hanno tutti i requisiti per essere canalizzate verso le forme d’impresa.

* presidente Confindustria

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