La Nuova Sardegna

Nuoro

«Chi ha inquinato a Ottana si autodenunci e bonifichi»

di Federico Sedda
«Chi ha inquinato a Ottana si autodenunci e bonifichi»

Il sindaco Franco Saba sposta al 30 novembre il termine concesso alle imprese Numerose le fabbriche, chiuse da tempo, coinvolte nell’inquinamento dell’area

25 agosto 2016
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OTTANA. Le aziende che hanno operato o operano ancora nell'area industriale di Ottana avranno altri tre mesi di tempo per risanare i siti inquinati e mettere a punto un piano di bonifica delle aree dismesse. Lo ha deciso il sindaco, Franco Saba, che ha emesso un'ordinanza con la quale proroga al 30 novembre 2016 il termine concesso alle aziende per bonificare i capannoni dismessi e le aree circostanti, la cui situazione ambientale, come si legge nel provvedimento, «rappresenta un elevato rischio di inquinamento per il suolo, il sottosuolo, l'aria e l'acqua».

La nuova ordinanza segue quella emessa il 13 luglio scorso che imponeva alle aziende interessate di provvedere alla rimozione dei rifiuti abbandonati e allo smaltimento degli stessi entro trenta giorni, cioè entro il 12 agosto 2016. Un tempo molto limitato è quasi impossibile da rispettare, vista la grande mole di lavoro da eseguire, ma che è servito, tuttavia, a richiamare le aziende alle loro responsabilità. «E soprattutto – dice il primo cittadino – a farle uscire allo scoperto e a mettere in moto un meccanismo che deve portare alla bonifica del territorio da parte di chi l'ha inquinato».

La proroga dei termini di esecuzione dell'ordinanza si è resa necessaria per rispondere alle esigenze manifestate delle aziende individuate, forse prese alla sprovvista dal provvedimento del sindaco, di usufruire di un tempo ragionevole per fare il punto della situazione e dare il via alle attività di bonifica o ai progetti per farle. Ma la proroga non è senza condizioni. «I soggetti interessati – si legge nel nuovo provvedimento – dovranno comunicare tutte le attività poste in essere al Comune e alla polizia giudiziaria operante con cadenza almeno quindicinale a far data dal prossimo primo settembre 2016». Un obbligo, questo, che consente al Comune di monitorare continuamente il percorso individuato dalle aziende per risanare i siti inquinati e che, allo stesso tempo, impone alle aziende interessate di darsi da fare in tempi brevi. Le aree individuate sono quelle della ex Montefibre, dell'ex Minitow (una fabbrica dove un tempo si producevano filtri per pennarelli), del depuratore consortile e del parco serbatoi. I destinatari dell'ordinanza sono, invece, i proprietari delle aree inquinate o i responsabili dell'inquinamento: Montefibre (società in liquidazione che ha chiesto la proroga proprio in virtù di questo stato giuridico), Wd Green Sardinia (proprietaria dell'ex Minitow e consociata di Ottana Polimeri nel progetto in corso di riciclaggio della plastica), che ha fatto sapere di avere già avviato attività di analisi e campionamento, il Consorzio industriale provinciale, la Delmotorres in quanto titolare dei lavori di smaltimento dei rifiuti del depuratore industriale e Invitalia, l'agenzia del ministero dello Sviluppo economico incaricata di realizzare i piani di caratterizzazione ambientale.

Le ordinanze del sindaco di Ottana sono il frutto delle indagini messe in atto nei mesi scorsi dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale di Nuoro e dal nucleo radiomobile operativo della compagnia dei carabinieri di Ottana, che, su incarico della procura delle Repubblica di Nuoro, hanno indagato sulla situazione ambientale delle aree industriali di Ottana, effettuando anche alcuni sequestri. L'inchiesta della magistratura, intanto, va avanti per accertare eventuali responsabilità sul fronte dei reati ambientali.

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