La Nuova Sardegna

Nuoro

Al Consorzio industriale ancora senza stipendi

di Federico Sedda

Ottana, i lavoratori da due mesi senza busta paga attaccano la Regione «Il nostro appello lanciato alla politica e alle istituzioni è caduto nel vuoto»

26 luglio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





OTTANA. «Dobbiamo purtroppo constatare che il nostro appello lanciato venti giorni fa alla politica, e alle istituzioni è caduto nel vuoto».

I lavoratori del Consorzio industriale provinciale di Nuoro, da due mesi senza busta paga e senza quattordicesima, non nascondono la delusione e la rabbia. Così alzano la voce. Con la speranza che, stavolta qualcuno li ascolti. E, soprattutto, ponga fine all'incertezza che grava sul loro futuro. «La crisi economica e finanziaria in cui si dibatte il Consorzio industriale e che ha portato al mancato pagamento degli stipendi di giugno e luglio e della quattordicesima – ribadiscono ancora una volta – è frutto di una lenta agonia che si trascina da anni». Una crisi evidenziata anche da un buco in bilancio che si aggira intorno al milione di euro. La cura dimagrante messa in atto sugli organici del Consorzio industriale ridotti da novanta a diciassette unità non è servita a salvare la situazione. Anzi, il quadro si ulteriormente aggravato. I lavoratori mettono sotto accusa il mancato rispetto del Patto territoriale sottoscritto da Regione, parti sociali e imprenditoriali nel marzo del 2010.

«Quel patto – ricordano – prevedeva una serie di interventi per abbattere le diseconomie strutturali, quali i costi dell’energia, dei servizi e dei trasporti. Invece, tutto è rimasto sulla carta eccetto nella parte che riguardava la riduzione delle tariffe di oltre il 50 per cento per i servizi praticati dal Consorzio alle aziende insediate che, peraltro, erano bloccate dal 2002».

La determinazione delle tariffe di depurazione è stata anche al centro di un recente batti e ribatti tra il Consorzio industriale e il patron di Ottana Energia (e componente del Cda del Consorzio stesso), Paolo Clivati. All’ente consortile che ne chiedeva l’adeguamento, l’imprenditore ha risposto ricordando che le produzioni sono ferme e che, quindi, non c’è alcuna necessità del servizio di depurazione reflui. Una posizione, questa, contestata dagli stessi lavoratori. «Al depuratore – ribattono – arrivano le acque meteoriche provenienti dagli impianti fermi. Queste acque devono essere, comunque, trattate e tenute sotto controllo. Poi ci sono sempre i costi arretrati da pagare». Il braccio di ferro sulle tariffe rischia di aggravare ancora di più la situazione finanziaria dell’ente consortile. «In gioco – dicono i lavoratori – non c’è solo il nostro futuro, ma anche quello dell’intera area industriale che, senza i servizi forniti dal depuratore consortile, non può ripartire». Eppure una via di uscita ci sarebbe. «Il Consorzio – fanno sapere gli operai – ha presentato un progetto per trattare nell’impianto di depurazione di Ottana i rifiuti liquidi provenienti dall’autospurgo. Le autorizzazioni necessarie sono, però, ferme al tavolo regionale». La crisi, insomma, è aggravata anche dall’inerzia politica e dalle lungaggini burocratiche. E, nel frattempo, i lavoratori sono senza stipendio.

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative